Attori senza teatro

Giunge alla seconda edizione la manifestazione Crosswise progetto della fondazione Volume finalizzato all’incontro sinergico tra differenti realtà artistiche. Protagonista del 2013 è la fotografia, in un ciclo di appuntamenti che indaga le differenti declinazioni della ricerca contemporanea. Un viaggio dalla fotografia di reportage, prettamente documentaria, fino all’esposizione di lavori di stampo maggiormente artistico-sperimentale. Al fine di rendere più intensa la percezione dell’opera fotografica, sono stati invitati una serie di autori di opere letterarie, i cui scritti fungeranno da accompagnamento alle immagini. Parole che avvolgono le foto, dunque, talvolta raccontandole, talvolta suscitando riflessioni e pensieri correlati.

Si parte con Francesco Viscuso e la sua serie Carnival motel; la voce narrante del percorso è tratta dai diari di Emerick Lenders, una insieme di storie che narrano storie di avventori di un motel, di cui esso era proprietario; le immagini consentono di ricostruire e visualizzare alcuni ricordi sbiaditi e surreali emersi dalle parole di Lenders. Grottesche vicende di attori senza teatro, di cittadini senza città, di reietti, assassini, prostitute, vengono fissate in una pellicola immaginaria, dove nulla è definito, chiaro, diretto, ma semplicemente abbozzato, accennato, alluso. L’insieme delle immagini, pur non restituendo l’integrità delle vicessitudini trascorse nel Motel, consente al pubblico un viaggio a ritroso attraverso la ricomposizione di numerosi frammenti evocativi.

L’intera ricerca del catanese Francesco Viscuso, classe 1980, infatti, nasce dalla volontà di superare il divario tra presente e passato, tra realtà e immaginazione. Un percorso che coniuga abilmente i contrasti tra fotografia analogica e digitale, nonché più in generale, tra passato e presente. La ricerca di Viscuso era iniziata con la pittura, poi spaziando dal ready made all’installazione, ha visto affermarsi nella fotografia il principale strumento espressivo, che consente all’artista di parlare a gran voce di tempo, di memoria, di traumi vissuti e raccontati attraverso occhi critici e allo stesso tempo consapevoli.

Fino al 29 aprile; Art core gallery, via dei Maruccini 1, Roma; info: www.artcoregallery.it

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