Pietro Gallina. Ombre, profili, impronte

Torino

Mercoledì 16 gennaio alle 18, inaugura alla Gam il secondo appuntamento di Surprise, progetto espositivo che concentra l’attenzione su aspetti specifici del contesto artistico torinese tra gli anni Sessanta e Settanta, in cui si intersecarono discipline diverse, dall’architettura al design, dalla moda alla grafica, dalla musica alle arti visive e performative gettando in questo modo le basi per il riconoscimento artistico di Torino a livello internazionale. A curare il primo ciclo di appuntamenti, che prosegue per tutto il 2013, è Maria Teresa Roberto, docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia albertina di Torino. Al centro dell’attenzione sono poste di volta in volta opere, tracce di percorsi espositivi, progetti inediti, riferimenti a contesti extra-artistici; si tratta di frammenti eterogenei ma accomunati dal senso di stupore e meraviglia e di intensificazione delle energie vitali tipico di quegli anni. Dopo la mostra dedicata a Ugo Nespolo, il protagonista del secondo appuntamento è Pietro Gallina (Torino, 1937), che esordì nel 1967 con una personale alla galleria La bertesca di Genova, avendo avviato da qualche tempo una originale ricerca incentrata sulla rappresentazione di figure umane e animali. L’ombra e il profilo sono stati da lui utilizzati come metonimie della figura umana e in queste icone bidimensionali si condensa una ricchezza di osservazioni e particolari che rendono attuale il loro abitare lo spazio espositivo. Dopo aver lavorato sul tema della silhouette, Gallina affrontò il paradosso dell’impronta nella serie effimera delle Nevigrafie e, per contrasto, nell’opera in bronzo del 1970 presentata qui per la prima volta, in cui è fissata per sempre la traccia di un suo passo.

Articoli correlati