Contemplazioni barocche

Apre al pubblico, alla sala Santa Rita di Roma, la mostra Contemplazioni con installazioni di Luca Padroni e Gianluca Murasecchi. Padroni ha realizzato una sorta di camera delle meraviglie: un grande parallelepipedo inaccessibile dall’esterno, il cui interno, totalmente dipinto, si offre allo sguardo del visitatore solo attraverso una fessura. Tutt’intorno l’installazione di Murasecchi crea un percorso rotatorio, composto da sculture dalle forme asimmetriche e sinuose che evocano diverse culture mistico-religiose antiche e contemporanee. «Per questo progetto espositivo – ha detto Padroni – ho creato una sorta di camera delle meraviglie. Si tratta di una scatola il cui interno il visitatore potrà sbirciare, sentendosi come uno spettatore in una sala teatrale. Quello che vedrà sarà uno spettacolo interamente pittorico, scenografico. In questo modo credo di superare la forte presenza di uno spazio così caratterizzato come la sala Santa Rita».

Dal canto suo, Muratori ha raccontato: «Questa esposizione manifesta uno stretto connubio fra tematiche di dialogo e uno spazio barocco fortemente connotato che con sé presenta una così intatta aura di vanitas e riflessioni sul memento mori per sempre universalmente brucianti; da queste suggestioni alla contemplazione ho creduto di vedere la nascita dell’universo e un sacrificio divino in un umile tombino romano, ho voluto ferirmi mille volte con una rosa composta di soli chiodi, ho velato il cranio di un capro espiatorio, ho segnato con il fuoco la tenera carne di corpi contenenti anime astratte, ho ridato visibilità a un dio ormai estinto, Quetzalcoatl, ho provato, in complicati orditi, l’impresa più ardua, quella di desumere l’ordine all’interno del disordine».

«Lo schema espositivo della mostra – ha spiegato il curatore Guglielmo Gigliotti – sarebbe piaciuto a Francesco Borromini, a cui l’architettura della chiesa di Santa Rita e? ispirata, e per cui lo spazio era una sequenza di onde in espansione. Il grande parallelepipedo pieno di pittura di Padroni costituisce il primo stato di un organismo che cresce nel percorso visivo dei dipinti, delle sculture, foto e oggetti di Murasecchi disposti intorno, e che, a sua volta, è abbracciato dal grande involucro della chiesa progettata nel 1665 da Carlo Fontana. Tre cerchi più uno, che è la città all’esterno: quattro cerchi concentrici, avvolti l’uno nell’altro come le sette sfere planetarie degli antichi. L’ampiezza astrale e? d’altronde evocata proprio dalla camera picta di Padroni, una scatola delle meraviglie a dimensione ambientale, inaccessibile, ma il cui contenuto e? perscrutabile da una feritoia aperta su uno dei quattro lati. Il secondo cielo, quello di Murasecchi – ha concluso il curatore – e? attraversato da pianeti multiformi: quadri in cui si annodano fitte trame lineari, sculture in polistirene, percorse da morbide incisioni modulari, una fotografia di un tombino con croce e chiodi, il tutto secondo andamenti che rivelano la stretta parentela tra le arti e la profonda connessione con lo spazio».

fino al 5 gennaio 2013

Sala Santa Rita, via Montanara, Roma

info: www.salasantarita.culturaroma.it