Trame di luce

Luce come fascino, luce come mistero, luce come vita, luce come bellezza. Una scommessa dell’arte pittorica moderna è la pura rappresentazione su tela della forma visiva più elusiva che esista in natura. Dipingere la luce è un gioco assai intricato di zone d’ombra, profili, prospettive e colori. Una sfida raccolta dal Novalis contemporary art di Torino, che giovedì 18 inaugura la mostra Trame di luce, curata da Demetrio Paparoni (critico siciliano, già allestitore di Timer alla Triennale di Milano, Mentalgrafie italiane al Tel Aviv museum of art, Espana 1957-2007 a Palermo).

Firme importanti: su tutte quelle di Domenico Bianchi, Ross Bleckner, Doug e Mike Starn, Franz West. Bleckner, in particolare, era in quel gruppo di artisti all’inizio degli anni Ottanta – a scrivere è lo stesso Paparoni – «diede l’avvio al versante artistico del postmoderno, nella logica modernista che l’arte supera l’arte». All’epoca «l’uso reiterato di scritte al neon venne percepito come il tentativo nostalgico di mantenere forzatamente in vita il sistema teorizzato delle cosiddette avanguardie». La luce in sé era territorio inesplorato e per questo nuova frontiera per gli studi e le ricerche dei nuovi pionieri dell’arte contemporanea. Luce e Postmoderno non faticarono a legarsi, intrecciarsi. «Con il postmoderno – conclude Paparoni – vera o rappresentata che sia, la luce torna a manifestare un fascino misterioso, ad attrarre, a chiamarci a sé».

La mostra del Novalis arriva a rendersi tappa di un percorso storico millenario. Metafora di conoscenza e spiritualità in passato, la luce cattura oggi significati diversi, nella misura in cui diversi sono gli artisti che la rappresentano a Torino. Arrivando, ad esempio, a separarsi dalla tela e a riciclarsi nelle forme plastiche di Franz West. Un gioco, dicevamo. Ma oggi come allora, ancora carico d’inesauribile bellezza.

Novalis contemporary art
via Carlo Alberto 49/51, Torino
Info: www.novaliscontemporaryart.com

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