Inaugurato il Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia 2025

Ripartire dal nostro rapporto con il mare: così il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia sviluppa il tema scelto da Carlo Ratti

La 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia ha preso il via e venerdì 9 maggio 2025 è stato ufficialmente inaugurato il Padiglione Italia al Giardino delle Tese delle Vergini. Il padiglione ospita Terrae Aquae. l’Italia e l’intelligenza del Mare, un progetto a cura di Guendalina Salimei che racconta la penisola esplorando il dialogo tra le acque, la terra e le infrastrutture urbane che animano il paesaggio litoraneo Italiano.

La domanda che guida il padiglione, semplice soltanto all’apparenza, è molto incisiva: che cosa accadrebbe se, invece di guardare il mare dalla terra, provassimo a guardare la terra dal punto di vista del mare? Un rovesciamento di prospettiva intrigante, in linea con gli attuali studi di superamento della visione antropocentrica della natura, oggi elemento chiave nell’affrontare la riflessione sul cambiamento climatico. La risposta a questa domanda arriva proprio dalla gens, dal popolo. Il padiglione, infatti, trasmette con efficacia la sua dimensione partecipativa, risultato di un’intelligenza collettiva non statica, ma in continua trasformazione.

L’idea di laboratorio vivente auspicata da Carlo Ratti si manifesta visibilmente in questo progetto, ora rafforzata dalla natura multidisciplinare del padiglione. Avvalendosi di svariati linguaggi professionali, infatti, Terrae Aquae chiama in causa l’urbanistica, l’antropologia, la geopolitica, la fotografia e, naturalmente, anche l’arte contemporanea. Un vero e proprio laboratorio vivente, nato dall’urgenza di adattarsi collettivamente al cambiamento climatico. Gli scatti fotografici di Luigi Filetici e le mappe geopolitiche di Laura Canali instaurano un dialogo con l’arte di Agnes Questionmark e Alfredo Pirri, due interventi interessanti che arricchiscono la natura multidisciplinare del padiglione.

Un chiaro segnale della forte partecipazione della comunità progettuale e intellettuale animata da un’urgenza condivisa e da uno spirito profondamente collaborativo. È in questo modo che le idee della collettività possono svilupparsi e tradursi in nuovi progetti. E poi, ultima ma non meno importante, è la narrazione del mare e delle sue ricchezze attraverso la sua dimensione letteraria e poetica, attraverso le memorie dei viaggi di Ulisse raccontate da Omero. Una prospettiva che, sebbene ancora troppo antropocentrica, infonde speranza.

Speranza, infatti, è la parola chiave che scaturisce dal laboratorio vivente ideato da Guendalina Salimei. La speranza di riuscire un giorno a considerare collettivamente il mare non soltanto in relazione alle trasformazioni che l’uomo vi ha impresso, ma – come direbbe il filosofo Bruno Latour – come un actant: un organismo vivente, dotato di intelligenza, capace di agire e di influenzare altre entità, al pari dell’essere umano.

info: labiennale.org