La 70ª edizione dei David di Donatello si è svolta il 7 maggio 2025 presso il Teatro 5 degli Studi di Cinecittà a Roma. La cerimonia, trasmessa in prima serata su Rai 1 e in diretta streaming su RaiPlay, è stata condotta da Elena Sofia Ricci e dall’artista internazionale Mika. Nelle ore precedenti si è svolto il tradizionale red carpet accolto da critici, star e giovani autori.
Le nomination, annunciate il 7 aprile, vedevano in testa Parthenope di Paolo Sorrentino e Berlinguer – La grande ambizione di Andrea Segre, entrambe a quota 15 candidature, seguite da Vermiglio di Maura Delpero con 14. In programma un tributo speciale per il 70° anniversario, con assegnazione di David speciali – tra cui uno al Presidente Sergio Mattarella per il suo impegno nella promozione delle arti – e i consueti riconoscimenti alla carriera: Pupi Avati e Ornella Muti.

Film più premiati e medagliere complessivo
La 70ª edizione dei David di Donatello ha visto Vermiglio di Maura Delpero dominare la classifica dei premi, conquistando ben sette statuette. Tra i riconoscimenti assegnati al film figurano Miglior film, Migliore regia e Migliore sceneggiatura originale, oltre ai premi tecnici per Produzione, Fotografia, Suono e Casting, a conferma di un’eccellenza a 360 gradi in ambito sia creativo sia operativo. Segue sul podio Le déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, che ha ottenuto quattro David, aggiudicandosi Migliore film documentario, Migliore acconciatura, Miglior trucco e Migliore scenografia.
Con tre statuette ciascuno si classificano Gloria! e L’arte della gioia. Il primo ha trionfato nelle categorie Migliore canzone originale (“Aria!”) e Migliore colonna sonora (composizione di Margherita Vicario e Davide Pavanello), mentre il secondo ha ottenuto Migliore attrice protagonista (Tecla Insolia) e Migliore attrice non protagonista (Valeria Bruni Tedeschi).
Due premi a testa sono andati invece a Berlinguer – La grande ambizione e Napoli – New York. Al primo è spettato Miglior attore protagonista (Elio Germano) e Migliore montaggio, al secondo i riconoscimenti per Migliori effetti visivi – VFX e il “David Giovani”. Infine, con una statuetta ciascuno, Familia è stato premiato per Miglior attore non protagonista (Francesco Di Leva) e Diamanti ha conquistato il David dello spettatore, a conferma di un legame forte con il pubblico.


Premi speciali e riconoscimenti alla carriera
In occasione del 70° anniversario, i David di Donatello hanno riservato un’attenzione particolare ai riconoscimenti “speciali” e ai premi alla carriera, momenti che hanno arricchito la serata con ritmi diversi rispetto alle categorie competitive. Tra i Premi speciali figura il David per il Miglior film internazionale, assegnato a Anora di Sean Baker, opera statunitense che ha saputo conquistare la giuria per intensità narrativa e freschezza stilistica. Un riconoscimento che testimonia l’apertura verso il cinema globale e l’interesse per storie ambientate al di fuori dei confini nazionali.
Il David alla carriera ha omaggiato Pupi Avati, autore di una filmografia lunga e poliedrica. Sul palco, Avati non si è limitato al ringraziamento tradizionale, ma ha rivolto un appello politico affinché «Elly Schlein telefonasse a Giorgia Meloni per dirle: “Giorgia, vediamoci mezz’ora con Giorgetti e parliamo del cinema italiano”», denunciando le difficoltà delle piccole produzioni nel contesto attuale.
Tra i Premi speciali Cinecittà è stato insignito Giuseppe Tornatore, riconoscendo il contributo straordinario del regista siciliano all’eccellenza del cinema italiano e alla valorizzazione degli studi di Roma come piattaforma produttiva internazionale. Tornatore, con le sue opere, ha influenzato generazioni di registi e tecnici.
Infine, i David “speciali” hanno celebrato Ornella Muti, icona di bellezza e talento, Timothée Chalamet, giovane stella internazionale e il Presidente Sergio Mattarella, premiato per il costante sostegno alle arti.

Discorsi e momenti di rilievo durante i David di Donatello
La cerimonia ha offerto numerosi momenti di riflessione con interventi caratterizzati da impegno civile e culturale. Alla presentazione dei candidati, il Presidente Sergio Mattarella ha sottolineato come il cinema italiano sia stato espressione di originalità e creatività ed ha esortato le istituzioni a sostenere il cinema come bene culturale imprescindibile.
Maura Delpero ha ricordato invece il valore del documentario: «Il cinema del reale non è un cinema minore, anzi. E sono felice che in questa sala ci siano tanti colleghi documentaristi». Ha sottolineato, inoltre, l’urgenza di un racconto antimilitarista: «Quando ho pensato di scriverlo, qualcuno mi ha chiesto se non fosse anacronistico parlare di guerra. Purtroppo, lo è ancora di più oggi: Vermiglio è un film profondamente antimilitarista. Racconta quando la guerra ce l’avevamo noi in casa», ricorda poi: «All’epoca della mia prima candidatura per il miglior documentario non fui invitata alla cerimonia. Oggi vedo che le cose sono cambiate: il cinema del reale ha aperto la strada a nuove voci femminili».

Tecla Insolia ha dedicato il premio alla sua famiglia, «ai libri dimenticati e alle personalità scomode come Goliarda Sapienza, ai corpi liberi e non cancellati dalle loro identità e alle terre libere, sempre e per sempre». Margherita Vicario lancia un appello estremamente importante con un discorso di grande forza: «Sento serpeggiare una frustrazione verso una realtà ostile. Il cinema e la musica sono strumenti per reagire alla realtà, siamo testimoni e anche complici di molti orrori». Aggiunge poi: «Investite miliardi sull’arte, sulla cultura, sull’educazione e sulla sanità. Non sulle armi».
Di grande spicco e rilevanza sono state poi le parole di Elio Germano che ha ricordato le radici democratiche italiane e la memoria delle lotte:«Volevamo raccontare tanto del nostro paese. Una storia che non si conosce di tutte le persone, uomini e donne, che hanno ottenuto conquiste democratiche lottando con i loro corpi, volti, e non avendo paura di niente e nessuno. E gli dobbiamo tanto, perché questa nostra democrazia viene dalle battaglie del movimento operaio, studentesco, femminista». Conclude poi con una dedica alla parità di dignità: «Una persona povera deve avere la stessa dignità di una persona ricca, una donna la stessa dignità di un uomo, un nero la stessa dignità di un bianco, un italiano la stessa di uno straniero. E permettetemi di dire: un palestinese la stessa dignità di un israeliano».
