Il Concertone del Primo Maggio 2025 si è svolto come ogni anno a Roma, portando con sé musica, impegno civile e una forte identità visiva. Oltre alla lineup e al tema sociale scelto per l’edizione, a colpire è stato soprattutto il logo ufficiale: lettere colorate disposte in una griglia regolare. Un tratto grafico che richiama con forza le opere di Alighiero Boetti, artista concettuale italiano celebre per le sue “Mappe” e per i suoi alfabeti tessili.

Una griglia di lettere
Il logo ufficiale del Concertone del Primo Maggio, utilizzato da diversi anni, è composto da lettere colorate distribuite in uno schema a griglia. Ogni carattere presenta un colore differente, e il tutto è racchiuso in una struttura modulare e ortogonale. Un’estetica che, sin dal primo impatto, ha richiamato il lavoro grafico e concettuale di Alighiero Boetti, artista torinese scomparso nel 1994.
Molte delle sue opere si fondano proprio su un principio simile: una griglia di elementi colorati singolarmente, ma inseriti in una composizione rigorosa e modulare. Nel logo del Concertone, questa logica si è ripetuta con coerenza visiva: ordine nella struttura, vivacità nella palette cromatica.
È importante precisare, tuttavia, che non esistono fonti ufficiali che confermino un intento dichiarato di omaggiare Boetti. Nessun comunicato degli organizzatori del Concertone, né delle sigle sindacali promotrici (CGIL, CISL, UIL), ha fatto riferimento esplicito all’artista o alla sua opera. Tuttavia, il richiamo visivo è talmente evidente

Contesto grafico e identità visiva dell’evento
Il Concertone è noto per coniugare musica, attualità e una forte identità visiva. Il tema scelto per l’edizione 2025, “Uniti per un lavoro sicuro”, si è inserito nel solco delle battaglie sindacali per la salute nei luoghi di lavoro. Il logo, riproposto in linea con le ultime edizioni, ha voluto comunicare un’idea di pluralità ordinata, di cooperazione visiva, dove ogni elemento ha un posto e un colore.
Il logo non è stato solo un marchio identificativo: è diventato parte integrante del messaggio sociale. La sua geometria ordinata, associata all’esplosione cromatica, ha richiamato visivamente concetti come coesione, diversità, dialogo. Tutti temi che riecheggiano anche nell’opera di Boetti, pur senza mai essere esplicitamente citati.

Alighiero Boetti: l’artista delle lettere e delle mappe
Nato nel 1940 a Torino, Boetti è stato una delle figure di punta dell’Arte Povera e dell’arte concettuale europea. Tra le sue opere più riconoscibili vi sono le “Mappe” (raffigurazioni del mondo ricamate da artigiani afghani) e le serie di alfabeti come “Ordine e disordine”, in cui lettere colorate sono disposte in griglie regolari, spesso in modo da creare parole nascoste o frasi criptiche.
L’uso della griglia, dei colori puri, del ritmo visivo seriale ha influenzato non solo l’arte, ma anche la grafica e il design contemporaneo. Per questo motivo l’associazione visiva tra il logo del Concertone e le opere di Boetti appare legittima e sostenibile da un punto di vista critico. Non si è trattato necessariamente di una citazione, ma di un’affinità stilistica evidente e percepibile.
Nel mondo dell’arte contemporanea è frequente che riferimenti estetici si presentino senza essere esplicitati. L’omaggio implicito può essere una forma di dialogo silenzioso con la storia dell’arte. E, in questo caso, l’accostamento al lavoro di Boetti non solo appare plausibile, ma arricchisce il valore simbolico dell’immagine scelta.

