La Russia è accusata di aver trafugato opere ucraine

Il fatto è stato riportato dal ministro della cultura ucraino ai suoi omologhi dell'Unione Europea in un incontro informale a Varsavia

Dallo scoppio del conflitto nel febbraio 2022, la Russia avrebbe rubato più di 1,7 milioni di esemplari del patrimonio culturale ucraino. Lo ha dichiarato a Ukrinform il ministro della cultura e delle comunicazioni strategiche ucraino, Mykola Tochytskyi. Il ministro ha infatti raccontato di aver discusso di opere d’arte e manufatti trafugati dall’Ucraina e poi venduti sul mercato nero con i suoi omologhi dell’Unione Europea, inclusi i rappresentanti di Norvegia, Islanda e Regno Unito, in un incontro informale a Varsavia.

«La Russia non sta solo prendendo di mira il territorio e non sta solo uccidendo persone pacifiche. Sta distruggendo in modo coerente e intenzionale il patrimonio culturale ucraino», ha dichiarato Tochytskyi a Ukrinform. «Un milione e settecentomila oggetti del nostro patrimonio culturale sono stati rubati nei territori occupati – ha aggiunto – dai reperti archeologici alle collezioni museali, di cui la Federazione Russa si è appropriata, violando tutte le possibili norme del diritto internazionale».

Stando ai dati raccolti dall’Unesco, all’altezza del 15 aprile sono stati registrati danni a 485 beni culturali. Accusata di averli attaccati deliberatamente, la Russia avrebbe violato la Convenzione dell’Aja del 1954, che ha contribuito a stabilire i crimini di guerra internazionali. In più, alcuni funzionari ucraini hanno accusato la Russia di esporre nei musei opere d’arte trafugate. Ad esempio, nell’aprile del 2024 il Museo d’arte di Cherson ha identificato in un video girato nel Museo centrale di Tavrida in Crimea cento opere presumibilmente trafugate dalla sua collezione.

«Grazie alla collaborazione con colleghi di diversi Paesi, stiamo gradualmente restituendo questi valori», ha affermato Tochytskyi. «In particolare, in diverse occasioni, durante le visite all’estero – sia di capi di Stato che mie – le autorità competenti straniere ci hanno consegnato manufatti sequestrati, rubati nei territori occupati e portati all’estero per essere venduti sul mercato nero».