Una delle location più iconiche del cinema italiano, la villa protagonista del film “Il Postino” con Massimo Troisi, è stata ufficialmente salvata dalla demolizione. Situata sull’isola di Salina, in località Pollara, la casa è stata al centro di un procedimento amministrativo che ne contestava la legittimità edilizia. Dopo una lunga vicenda giudiziaria, il Consiglio di giustizia amministrativa ha accolto il ricorso del proprietario Giuseppe Cafarella, stabilendo che l’immobile non è abusivo. Una decisione che non solo preserva un importante frammento di memoria cinematografica, ma riconosce anche il valore culturale e paesaggistico del luogo.

Il caso giudiziario: una denuncia e un ricorso vincente
Tutto è iniziato con la segnalazione di una vicina di casa, che ha denunciato presunti ampliamenti non autorizzati durante i lavori di ristrutturazione dell’immobile. La segnalazione ha portato il Comune di Malfa a emettere un provvedimento che dichiarava parzialmente abusiva la struttura. A seguito di ciò, il proprietario, Giuseppe Cafarella, ha presentato un ricorso straordinario al presidente della Regione Siciliana, chiedendo la sospensione del provvedimento comunale.
Il Consiglio di giustizia amministrativa, con il giudice relatore Nino Caleca e il presidente Ermanno de Francisco, ha accolto il ricorso, stabilendo che la casa è assistita da titoli edilizi validi. Secondo quanto riportato, le dimensioni dell’edificio sono coerenti con quelle previste nella concessione edilizia rilasciata nel 1985. Gli eventuali interventi di modifica sono stati regolarmente autorizzati, rendendo infondata l’accusa di abusivismo. Il pronunciamento del tribunale ha quindi escluso qualsiasi abuso edilizio e ha messo fine a una vicenda che aveva fatto temere la scomparsa di uno dei luoghi simbolo del patrimonio cinematografico nazionale.

Un simbolo del cinema italiano e patrimonio culturale
La villetta, che affaccia sul mare e sorge tra ulivi, oleandri e ibiscus, è conosciuta per essere stata il rifugio del protagonista del film “Il Postino” (1994), diretto da Massimo Troisi e Michael Radford. L’opera, ispirata alla figura del poeta cileno Pablo Neruda, è stata l’ultima interpretazione di Troisi ed è entrata nella storia del cinema con cinque candidature agli Oscar, tra cui quella vinta per la miglior colonna sonora.
Il giudice Caleca ha riconosciuto il profondo valore simbolico dell’immobile, sottolineando il suo interesse artistico, paesaggistico e pubblico. La casa è stata infatti scelta per una delle pellicole più amate del cinema italiano e, già nel 2000, è stata inserita nella LIM – la Carta dei luoghi dell’identità e della memoria della Regione Siciliana, a seguito dell’inclusione delle Isole Eolie nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO. L’immobile, oggi considerato un unicum dell’architettura locale per la sua tipica struttura eoliana, è divenuto un punto di riferimento culturale, un simbolo della memoria collettiva italiana legata al cinema, alla poesia e al paesaggio delle Eolie.
Il valore identitario e paesaggistico riconosciuto dalla giustizia
Nel corso del procedimento, il proprietario ha ribadito più volte l’importanza della villa non solo come bene architettonico, ma anche come testimonianza artistica e culturale. Secondo Cafarella, la “Casa del Postino” rappresenta un “patrimonio prezioso da proteggere e conservare, affinché non si perda la sua profonda testimonianza artistica, storica e culturale”.
Il giudizio finale ha accolto pienamente questa visione, riconoscendo l’unicità dell’immobile per la sua connessione con il territorio, la tradizione e il cinema. Costruita nel rispetto dell’architettura eoliana, la villa si fonde con l’ambiente circostante, mantenendo intatti gli elementi originari che la rendono un modello autentico e rappresentativo del paesaggio locale. Il caso si chiude dunque con la conferma ufficiale: la casa non verrà demolita, resterà lì dove ha fatto sognare milioni di spettatori, come luogo di bellezza e memoria collettiva.
