Si è tenuta l’11 febbraio la conferenza stampa di presentazione di Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva, tema della prossima Biennale di Architettura a Venezia, presso Ca’ Giustinian. Ad introdurre, le commoventi parole del presidente Pietrangelo Buttafuoco che, riprendendo il discorso di Luciano Violante ha ricordato le centinaia di guerre che attualmente devastano il nostro pianeta, parlando del «memoricidio inteso come complesso di azioni che distruggono il popolo, in cui casa e memoria sono diventati materia di guerra» e specificando come «il dovere di una istituzione pubblica come la Biennale è di offrire attraverso la disciplina come architettura, la magnifica libertà dello spirito critico».



Intervenendo, il curatore ingegnere ed architetto Carlo Ratti, ha ribadito che «questa Biennale sarà dinamica con 750 partecipanti tra scienziati, filosofi, artisti, agricoltori, stilisti, intagliatori. Sono tante le sfumature dell’intelligenza presenti, dall’intelligenza artificiale a quella collettiva, attraverso cui le generazioni si trasmettono le intelligenze». Non manca l’allusione agli ultimi disastri che il nostro pianeta ha attraversato, l’alluvione di Valencia, gli incendi di Los Angeles, la siccità in Sicilia. «Proprio per questo» – ha continuato il curatore – «l’architettura deve essere in grado di risolvere queste problematiche. Richard Rogers in Cities parlava dell’architettura come modo per mitigare, costruire un modo migliore per ridurre il consumo ed essere più sostenibili. Ora dalla mitigazione è necessario passare all’adattamento e l’architettura ingegneristica è la nostra unica speranza. In Biennale vedremo come l’architettura possa passare dalla mitigazione all’adattamento attraverso l’esempio di Venezia».

Tantissimi i progetti che verranno presentati a maggio, come quello con Sonia Seneviratne e David Bresch che hanno collaborato con Michelangelo Pistoletto – affinché natura e tecnologia possano coesistere nel suo paradiso ideale – Daniel Barber e l’ufficio Transoolar. La scelta ricaduta sul maestro dell’Arte Povera non è casuale: i suoi progetti arricchiranno i giardini, l’arsenale e saranno anche sparsi nel meraviglioso capoluogo veneto. «Venezia stessa» ha continuato Ratti «diventerà un laboratorio vivente e saranno tanti i progetti dedicati all’acqua, come quello che cercherà di purificare l’acqua in modo naturale per trasformarla nel migliore espresso al mondo o ancora come Venezia possa trasformare la sua femminilità in resilienza».