Marina Tabassum progetterà il Serpentine Pavilion 2025

L'architetta bangladese Marina Tabassum realizzerà il progetto del 25esimo anniversario dell'iniziativa della Serpentine

Sarà l’architetta bangladese Marina Tabassum a progettare con il suo studio, Marina Tabassum Architects (Mta), il 24esimo Serpentine Pavilion, che sarà presentato il 6 giugno 2025 alla Serpentine South di Londra. Intitolata A Capsule in Time, l’edizione 2025 dell’evento celebra un importante traguardo: il suo 25esimo anniversario. Era infatti il 2000 quando il progetto di Zaha Hadid inaugurava quello che è ormai diventato un appuntamento fisso nel calendario internazionale.

Marina Tabassum: l’architettura come risposta socio-climatica

L’interazione tra spazio, tempo e memoria sarà al centro del nuovo Serpentine Pavilion, nel quale Marina Tabassum porterà una prospettiva radicata nel contesto socio-ecologico del Bangladesh, il suo paese natale. Vincitrice dell’Aga Khan Award for Architecture per il suo Bait ur Rouf Mosque, Tabassum ha fondato il proprio studio nel 2005 e realizza i propri progetti alla luce di questioni sociali, ambientali e culturali. Con il suo approccio impegnato, i lavori dell’architetta bangladese rispondono a esigenze di resilienza climatica e alle necessità sociali di comunità ai margini.

Come sarà il nuovo Serpentine Pavilion

Un lavoro sulla marginalità ha già contraddistinto il Serpentine Pavilion 2024 con il progetto di Minsuk Cho e Mass Studies. Un gioco di luci e ombre che si rifà ai tendaggi tradizionali Shamiyana del Sud Asia caratterizzerà invece le capsule firmate da Marina Tabassum, che realizzerà quattro capsule in legno – una delle quali sarà mobile – con facciate semi-trasparenti attorno a un grande albero, dove saranno ospitati incontri. In particolare, il cortile costruito avrà una prospettiva sul campanile del Serpentine South.

«Nel concepire il nostro progetto, abbiamo riflettuto sulla natura transitoria della commissione, che ci appare come una capsula di memoria e tempo», ha spiegato l’architetta selezionata. «La relazione tra tempo e architettura è intrigante: tra permanenza e impermanenza, tra nascita, età e rovina; l’architettura aspira a sopravvivere al tempo – ha aggiunto Tabassum – nel delta del Bengala, l’architettura è effimera poiché le abitazioni cambiano posizione con lo spostamento dei corsi dei fiumi. L’architettura diventa memoria degli spazi vissuti, trasmessa attraverso i racconti».