Via il modernismo, si torna al classico. Così Trump mette bocca anche sull’architettura

Un ordine esecutivo di Trump ha stabilito che gli edifici pubblici devono avere uno stile classico. Lo aveva già fatto nel 2020

Dalle prime ore dal suo insediamento alla Casa Bianca come 47mo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump dato il via ad una serie di provvedimenti che fanno già discutere. È una prassi comune, in realtà, per lanciare un messaggio chiaro e forte agli elettori, ma mai prima d’ora era stata messa in atto con una tale mole di esecutivi.

Tra i vari, la reintroduzione della pena di morte federale, l’autorizzazione alle retate di immigrati clandestini in scuole, chiese e ospedali e lo stop ai parchi eolici e il via libera alle trivellazioni petrolifere. Un altro ordine esecutivo riguarda una politica già adottata durante il suo primo mandato: privilegiare gli stili “classici” per gli edifici governativi come quello neoclassico rifiutando invece le idee moderniste.

Le proteste dall’American Institute of Architects 

L’ordine esecutivo intitolato «Promoting Beautiful Federal Civic Architecture» emanato il 21 gennaio è stato molto criticato dall’American Institute of Architects (AIA). Viene stabilito che “gli edifici pubblici federali devono essere visivamente identificabili come edifici civici e rispettare il patrimonio architettonico regionale, tradizionale e classico, al fine di elevare e abbellire gli spazi pubblici”.

L’AIA ha dichiarato in un suo comunicato “Siamo estremamente preoccupati per qualsiasi revisione che tolga il controllo alle comunità locali, che imponga preferenze ufficiali di design a livello federale o che ostacoli in altro modo la libertà di progettazione e che aggiunga ostacoli burocratici agli edifici federali”. Le preoccupazioni dello studio riguardano, quindi, il fatto che l’imposizione di stili architettonici in particolare rischi di reprimere l’innovazione e danneggi le comunità locali.

I principi guida di Donald Trump

L’ordine non finisce qui: vengono infatti date delle raccomandazioni nei confronti della nuova amministrazione a cui si dice di “prendere in considerazione revisioni appropriate dei Principi guida per l’architettura federale”. Questi principi guida, creati nel 1962, secondo il sito web del governo americano servano a definire la visione in materia di architettura del governo federale per garantire che gli edifici “rappresentino gli interessi e le aspirazioni del popolo americano”.

L’azione simile del 2020

Non è una novità per Donald Trump: già durante il suo primo mandato come presidente degli Stati Uniti aveva infatti compiuto un atto simile con il “Promoting Beautiful Federal Civic Architecture”, emanato nel dicembre 2020 ed accolto con favore dai tradizionalisti. Il documento affermava che l’architettura classica e altre architetture tradizionali dovevano essere incoraggiate anziché scoraggiate – come stava accadendo secondo i principi guida del periodo.

L’esecutivo fu criticato anche allora dal mondo dell’architettura statunitense da molti professionisti avevano interpretato la misura come un’imposizione stilistica, oltra al fatto di essere vista come una strategia per legare gli edifici pubblici a ideali nazionalisti e a una visione regressiva della cultura architettonica. Reinhold Martin, professore di architettura alla Columbia University, ad esempio affermò che l’esecutivo fosse privo di significato e lo vide come un tentativo di strumentalizzare la cultura per lanciare messaggi in codice sulla supremazia bianca e la sua egemonia politica. Nell’ordinanza gli stili da non seguire per la realizzazione dei futuri edifici pubblici citati erano il Brutalismo e il Decostruttivismo.

La revoca dell’ordine arrivò poi nel 2021 all’inizio del mandato di Joe Biden nel mese di febbraio. Peter Exley presidente dell’AIA, commentò così: «Annullando questo ordine, l’amministrazione Biden ha restituito alle comunità la libertà di scelta progettuale essenziale per progettare edifici federali che servano al meglio il pubblico. Ciò è fondamentale per il lavoro di un architetto e per ottenere edifici della massima qualità possibile».