Sarà la Fondazione Palazzo Strozzi a dedicare la prima mostra realizzata da un’istituzione culturale italiana a Tracey Emin. In programma dal 16 marzo al 20 luglio 2025, Tracey Emin. Sex and Solitude verrà curata dal direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi Arturo Galansino. L’artista britannica è nota per i suoi lavori che riflettono principalmente sul corpo e sulle relazioni umane che intrecciano le sue ricerche a racconti personali: trasformando il suo vissuto in metafora, indaga la vulnerabilità, la crudezza e le difficoltà dei rapporti umani.
Tracey Emin a Palazzo Strozzi
All’interno del percorso della mostra sarà possibile osservare opere, sia storiche che più recenti, provenienti da tutto il mondo da collezioni pubbliche e private. La mostra racconta il legame tra arte e vita nella produzione di Tracey Emin con l’opportunità di avvicinarsi ad una delle artiste che negli ultimi trent’anni ha segnato profondamente l’immaginario della donna e il rapporto tra corpo ed esistenza attraverso un’estetica controversa e lacerante.

Foto © White Cube (George Darrell)

Il disegno, la pittura, la scultura, il video, l’installazione e la fotografia sono i diversi medium con cui l’artista lavora ponendo una forte centralità sui legami umani e temi complessi come intimità, desiderio e identità. Il titolo scelto, Sex and Solitude, rimarca infatti quelle che sono le tematiche principali delle opere esposte in mostra – alcune delle quali per la prima volta in Italia come I Followed You To The End (2024) e Exorcism of the Last Painting I Ever Made (1996), ricostruita per l’occasione.
L’arte tra corpo e relazioni umane
Prendendo come ispirazione e punto di partenza eventi e fatti della sua vita personale, Tracey Emin (Croydon, 1963) realizza un’arte di denuncia nella quale trasmette le sue speranze, umiliazioni, fallimenti e successi. Attraverso diversi medium realizza opere dirette e provocatorie che pongono le radici nel femminismo nelle quali indaga ed esplora le tematiche del corpo: si rapporta, difatti, con i temi espressionisti nella rappresentazione di stati d’animo personali. Il privato si tramuta così in una profonda riflessione sulla sessualità, sulla malattia, sulla solitudine e sui rapporti personali narrati mediante opere connotate di un’estrema intimità, vulnerabilità e, al contempo di potenza.

L’artista, si è formata al Maidstone College of Art e al Royal College of Art di Londra e vanta una lunga e rilevante carriera nel panorama del mondo dell’Arte anche a livello internazionale. Arrivata alla ribalta con il gruppo YBA (Young British Artists), nel 2007 rappresenta la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia e viene nominata Royal Academician e nel 2011 diventa professoressa di disegno alla Royal Academy of Arts di Londra.
L’importanza dell’artista viene confermata dalla nomina da parte della Regina Elisabetta II, per il suo contributo alle arti visive, come Commander of the Most Excellent Order of the British Empire nel 2013. Tra alcune delle mostre recenti di particolare rilevo si hanno quella inaugurata nel novembre del 2020 alla Royal Academy of Arts di Londra; la mostra ospitata al nuovo Munch Museum di Oslo nella primavera del 2021 intitolata Emin/Munch: The Loneliness of the Soul; realizza The Mother, la sua più grande opera in bronzo per l’Isola dei Musei di Oslo nel 2022.

Photograph: Facundo Arrizabalaga/EPA
info: palazzostrozzi.org