Lo scenario incantato delle Cinque Terre, tra Vernazza e Corniglia, è lo straordinario palcoscenico dell’evento OTP – Orizzonte Terzo Paradiso che celebra l’Arte Povera, uno dei più importanti movimenti artistici del secolo scorso. Due borghi tra i più belli d’Europa, immersi tra le colline terrazzate e il mare ligure, in un tripudio di luci e di colori, in un tratto di costa non a caso dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità. L’ambizioso progetto espositivo ed educativo racchiude tre importanti mostre dedicate all’arte povera e ai principali esponenti di questo movimento nato in Italia negli anni Sessanta e ancora così attuale.
Le tre mostre programmate – Alighiero Boetti: In situ, Arte povera: La storia 1967-1971 e Oltre l’Arte povera: Stefano Arienti, Marinella Senatore, Vedovamazzei – fino al 31 dicembre 2024 propongono un dialogo costante tra l’arte e il territorio della Liguria, come spiega la curatrice dell’evento Ilaria Bernardi.

Com’è nata l’idea di recuperare l’attualità dell’Arte Povera e quali sono le connessioni con la Liguria e in particolare le Cinque Terre?
Le connessioni tra l’Arte Povera e la Liguria sono molteplici, a partire dal suo teorizzatore, Germano Celant, nato a Genova nel 1940 dove visse e lavorò fino al 2000 per poi trasferirsi a Milano. La prima mostra in cui compare il nome “Arte Povera” fu Arte Povera-Im Spazio, organizzata da Celant proprio a Genova alla Galleria Bertesca dal 27 settembre 1967: vi parteciparono Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Emilio Prini, dei quali gli ultimi due genovesi di nascita.
Se concentriamo poi l’attenzione sulle Cinque Terre, scopriamo che nel 1965 Alighiero Boetti acquistò una casa a San Bernardino, tra Vernazza e Corniglia, che frequentò fino agli inizi degli anni Ottanta, mentre Michelangelo Pistoletto, dopo aver scoperto Vernazza nel 1965, tre anni dopo lì mise in scena il primo spettacolo dello Zoo e acquistò una casa – che ancora oggi possiede – a Corniglia, sul cui territorio tenne ulteriori spettacoli dello Zoo in collaborazione con gli abitanti.


Figura centrale di questo triplice evento è quella di Germano Celant che in un’intervista ha dichiarato che l’Arte Povera non definisce un linguaggio pittorico, ma un’attitudine. Cosa intendeva?
Nel 1967 Celant non inventò l’Arte Povera ma con quelle due parole definì uno specifico modo di agire e di rapportarsi all’arte (da qui il termine “attitudine”) da parte di alcuni giovani artisti. L’aggettivo “povero” non si riferisce infatti a una tecnica (pittorica o scultorea che sia), ma è mutuato dal Teatro Povero di Grotowski che per primo abolì la scenografia per mettere al centro della scena soltanto l’attore con il suo corpo e la sua essenza. L’Arte povera fa lo stesso: mette in scena la fenomenologia, ossia l’essenza e l’esistenza dell’essere e del mondo mediante i materiali primari (legno, pietre, terra…) e l’energia (la forza di gravità, la luce, le reazioni chimiche o comunque le giustapposizioni tra elementi diversi).
Parliamo delle tre mostre. Cominciamo da quella dedicata ad Alighieri Boetti che fin dal 1965 ebbe anche una casa nelle Cinque Terre.
Alighiero Boetti. In Situ al Convento di San Francesco a Vernazza nasce dalla volontà di ricordare il legame tra l’artista torinese e questo territorio. In mostra sono presenti sei importanti opere, tra cui una grande Mappa del 1979, gli Aerei del 1981 e altri più piccoli arazzi, di proprietà privata, di persone del territorio che sono state legate all’artista da profondi rapporti di amicizia.

Se si vuole comprendere l’essenza del movimento, appare fondamentale visitare la mostra Arte Povera. La storia 1967-1971 che ripercorre le principali tappe. Come ha immaginato la mostra?
La mostra si configura come uno strumento didattico per il territorio al fine di comprendere il movimento, attraverso un video documentario e una cronologia illustrata delle relative mostre collettive tenutesi tra il 1967 e il 1971 – ossia dall’anno in cui Celant conia il termine Arte Povera all’anno in cui postula che quell’etichetta deve dissolversi affinché ogni artista possa assumere la sua singolarità.
In un’epoca caratterizzata dall’emergenza ambientale, quale significato può avere una tendenza artistica che ricorre a materiali poveri?
Seppur con gli occhi di oggi possa sembrarlo, in realtà l’utilizzo dei materiali naturali da parte dell’Arte povera non aveva finalità ecologiche: significava riportare l’attenzione sul primario, sull’essenza stessa del mondo e dell’essere nel mondo, indagandone le caratteristiche fisiche, chimiche, energetiche.

Infine, le installazioni degli artisti Arienti, Senatore e Vedovamazzei nella mostra diffusa tra Vernazza e Corniglia. Quale il significato di queste opere, oltre all’omaggio che vogliono rendere a due grandi artisti come Alighiero Boetti e Michelangelo Pistoletto?
La mostra all’aperto Oltre l’Arte Povera desidera rendere omaggio ai due artisti dell’Arte povera legati a questo specifico territorio (Boetti e Pistoletto) rintracciandone l’eredità nella produzione di artisti contemporanei di generazioni successive che in loro riconoscono i propri maestri. Inoltre desidera indurre il pubblico a visitare angoli delle due località meno conosciuti.
