Attuale, eterogenea e polifonica: è stata presentata il 18 novembre in conferenza stampa a Roma, presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura, la 18esima edizione della Quadriennale. Una manifestazione storica, che ha giocato in passato un ruolo fondamentale nel tracciamento delle geografie artistiche in Italia e che oggi più che mai può rappresentare un punto di riferimento nel panorama internazionale, dando la voce ad artisti italiani contemporanei sia in Italia sia all’estero.
Moderata da Nicolas Ballario, critico d’arte, giornalista e curatore italiano, la conferenza stampa ha fornito i primi elementi per capire come apparirà la manifestazione dal punto di vista concettuale e curatoriale, in attesa che a inizio 2025 vengano svelati gli artisti partecipanti.
A prendere la parola per primo Angelo Piero Cappello, direttore generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, che ha sottolineato l’importanza di sostenere la Quadriennale per un Ministero, che peraltro quest’anno compie 50 anni dalla sua fondazione nel 1974, che sempre di più sta intensificando la sua attenzione verso il contemporaneo: «Il prossimo anno – spiega Cappello – il bilancio per l’arte contemporanea sarà sopra i sette milioni di euro».
Un anno ricco di eventi che, come precisa Marco Delogu, Presidente di Azienda Palaexpo: «cambierà, anche grazie al Giubileo, il pubblico di Palazzo delle Esposizioni e anche il pubblico della Quadriennale».
Ruolo chiave della manifestazione, il rapporto tra pubblico e privato che, come sottolineato da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, conferma la necessità di far convergere le energie al sostegno dell’arte contemporanea: «Sostenere la Quadriennale – afferma Patrizia Sandretto – vuol dire sostenere non solo l’arte italiana ma anche tutto il sistema dell’arte. Ricordo la prima Quadriennale a cui ho partecipato nel 1996, Ultime Generazioni, di cui una parte era sviluppata nell’Ala Manzoniana della Stazione Termini. Lì ho realizzato quante queste manifestazioni possano aiutare i giovani artisti nella loro carriera. Avevo iniziato a collezionare da poco e, l’anno prima era nata la mia Fondazione e, attraverso di essa, anche io ho fatto mostre proprio con lo scopo di raggruppare gli artisti contemporanei».
Ad annunciare il titolo della 18esima Quadriennale il Presidente Luca Beatrice che in un lungo discorso racconta la genesi della manifestazione, la scelta dei curatori e quella del nome con cui verrà ricordata: Fantastica. «Un aggettivo iperbolico – spiega Beatrice – che è anche un invito a riscoprire il simbolico e a fantasticare. Il logo, realizzato da Leonardo Sonnoli suggerisce tutto questo».
Per quanto non siano stati ancora annunciati i contenuti alcuni dettagli sono stati comunicati dal presidente stesso: «Nei mesi passati – spiega Beatrice – ci siamo confrontati sul tipo di Quadriennale che volevamo. Volevamo innanzitutto fare una Quadriennale “sul pezzo”, abbiamo chiesto per questo ai curatori di lavorare sugli artisti viventi che si sono affermati dopo il 2000 e, in particolare, privilegiare le prime partecipazioni. Offrire poi una Quadriennale polifonica con cinque sguardi diversi, eterogenei. Tutti e cinque i curatori – aggiunge Beatrice – sono diversi tra loro ma hanno molta esperienza in Italia e all’estero e a ciascuno di loro abbiamo chiesto un progetto espositivo con opere inedite e alcune realizzate ad hoc».
Da gennaio la Quadriennale inizierà ufficialmente ad essere raccontata e lo farà in tutta Italia, grazie ad appuntamenti in calendario in diverse città, a cominciare da Torino alla FSRR, passando per Milano a Brera, e ancora Venezia, Brescia Musei, Palazzo Strozzi a Firenze e Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, sponsor ufficiale della manifestazione.
Una tappa ancora work in progress è Gibellina, nominata prima capitale dell’arte contemporanea 2026. A ricordare l’importanza di questa nomina è l’Onorevole Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura che, in conferenza stampa, ha rimarcato il ruolo fondamentale del pubblico nella valorizzazione della cultura contemporanea. «La Quadriennale – ha poi aggiunto – è una sfida intensa e fantastica per far capire all’Italia e al mondo cos’è l’arte contemporanea».
Dei cinque curatori selezionati, Luca Massimo Barbero, Francesco Bonami, Emanuela Mazzonis di Pralafera, Francesco Stocchi e Alessandra Troncone erano presenti soltanto Emanuela Mazzonis e Alessandra Troncone che hanno avuto l’opportunità di raccontare con le proprie parole il concept delle mostre in cantiere.
Mazzonis si concentrerà sulla fotografia degli ultimi 20/25 anni, indagando il senso delle immagini “furiose” (citando Fontcuberta) che ci assalgono tutti i giorni. Troncone invece con “Il corpo incompiuto” coinvolgerà artisti e artiste millennials dando voce a vari linguaggi e mettendo in dialogo diversi mezzi espressivi.
Insomma, forse dietro l’angolo c’è il rischio di una frammentazione di informazioni che possono confondere il visitatore anziché coinvolgerlo nell’esposizione. Ma è troppo presto per dirlo, per ora ci accontentiamo della premessa di una manifestazione “Fantastica”.