Fernando Botero, a Palazzo Bonaparte la più grande retrospettiva dopo la sua morte

Organizzata da Arthemisia, la mostra è realizzata in collaborazione con la Fernando Botero Foundation e in partnership con la Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale

Ha lasciato il mondo esattamente un anno fa ma il mondo non ha mai smesso di parlare di lui. Solo a luglio del 2024 Roma è stata invasa letteralmente dalle sue voluttuose sculture, dai suoi volumi tondeggianti che tutt’ora campeggiano sulla Terrazza del Pincio o in via del corso per una mostra diffusa che durerà fino ad ottobre.

Non poteva dunque mancare, sempre nella capitale, una grande esposizione come quella proposta a Palazzo Bonaparte di opere dell’artista colombiano, amatissimo dal pubblico e innamorato profondamente dell’Italia. Una passione per la nostra terra nata a vent’anni, quando l’artista con una Vespa aveva deciso di attraversare la terra del Rinascimento, sulle orme degli artisti del Quattrocento a cui tanti dei suoi dipinti erano ispirati.

LA CONFERENZA STAMPA

«Sono felice di presentare la mostra Fernando Botero. La grande mostra – ha raccontato Iole Siena, Presidente di Arthemisia, che ha organizzato l’iniziativa, condividendo un suo ricordo personale sull’artista – ho conosciuto Fernando Botero e mi ha sempre colpita la sua estrema serietà e precisione, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe dalle sue opere ridondanti e magnificenti».

La mostra, curata da Lina Botero e dalla storica dell’arte Cristina Carrillo de Albornoz in collaborazione con la Fernando Botero Foundation, propone una ricca selezione di dipinti, acquerelli, sanguigne, carboncini e sculture, a dimostrazione dell’incredibile eclettismo e versatilità dell’autore colombiano.

Presenti in conferenza stampa il mecenate Emmanuele F.M. Emanuele e la Prof.ssa Alessandra Taccone, attuale Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale. L’esposizione è infatti l’occasione per suggellare un nuovo rapporto di collaborazione tra la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, creata nei primi anni Duemila proprio dal Prof. Emanuele e Arthemisia, azienda leader nella produzione, organizzazione e allestimento di mostre d’arte a livello nazionale.

«Conosco Iole Siena da tanto tempo – ha spiegato il Prof Emanuele invitato a intervenire sul palco – ma in questi anni ha fatto sempre meglio e con questa mostra lo ha dimostrato. Botero lo considero un uomo che nell’abbondanza tradisce una capacità intellettuale piena di ironia, e incarna tecniche rivoluzionarie che pochi continuano ad avere. Botero è la sintesi della meraviglia nella creatività». E, ancora, parlando della mission della Fondazione: «Per me la Fondazione Terzo Pilastro è la dimostrazione che lo Stato non c’è più, i privati molto spesso se ne vanno all’estero. Rimane l’umanità che io cerco di rappresentare, una vocazione alla solidarietà, per dare una risposta a ciò che non viene fatto».

La parola è passata poi alla Prof.ssa Taccone: «Ringrazio il Prof. Emanuele e sono felice come Presidente della Fondazione di avviare questo nuovo percorso con Arthemisia. In particolare Botero, con le sue raffigurazioni femminili, ha un’importanza particolare per me come donna e come madre».

Ancora un ringraziamento per Frecciarossa, partner di Arthemisia e per Banca Generali, che ospita la mostra nello spazio Generali Valore Cultura di Palazzo Bonaparte. Ospiti d’onore in sala i tre figli di Fernando Botero, tutti e tre coinvolti nella realizzazione della mostra romana, preceduta dalla grande mostra madrilena dello scorso anno. «Prima che mio padre morisse – ha affermato Fernando, uno dei tre figli che porta il nome del padre – ha espresso tre desideri: fate mostre, fate mostre, fate mostre!».

FERNANDO BOTERO, LA GRANDE MOSTRA

Così è stato e il nome di Botero, oltre che le sue opere (anche inedite) continuano a girare per il mondo deliziando lo sguardo di esperti e appassionati. Il percorso di Palazzo Bonaparte, ci immerge nell’arte del del pittore colombiano attraverso oltre 120 opere che ripercorrono i temi e i soggetti caratteristici della sua arte. Dai ritratti borghesi alle tele dedicate al circo, alla religione, alla politica e alla corrida, la mostra sottolinea con precisione tanto la tradizione culturale che ha contribuito a dare forma all’estetica dell’artista, con evidenti richiami a maestri come Francisco Goya, Pablo Picasso e Diego Velázquez, quanto l’originalissima sintesi proposta da Botero nel suo peculiare approccio alla rappresentazione delle figure umane.

Particolare rilevanza rivestono infine le reinterpretazioni di capolavori che hanno fatto la storia dell’arte, con le versioni assolutamente “boteriane” della Fornarina di Raffaello Sanzio, dei ritratti di maestri fiamminghi come Peter Paul Rubens e Jan van Eyck, e del tributo ad Andrea Mantegna, recentemente riscoperto da Lina Botero, la figlia, ed esposto per la prima volta in assoluto.

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