Gli incastri vitali di Andrea Cascella e Alberto Rossini

Rossini Art Site a Briosco propone una mostra per ricordare l’amicizia e il sodalizio artistico tra l’artista pescarese e il suo fondatore

Sarà visitabile fino al prossimo 21 luglio la mostra Incastri vitali. Andrea Cascella e Alberto Rossini: un dialogo artistico e umano, curata da Francesca Pola per Rossini Art Site, il museo di sculture a cielo aperto collocato presso il comune di Briosco (in provincia di Monza e della Brianza) che, dal 2015, propone una fitta programmazione di mostre, eventi e attività didattiche sotto la direzione artistica di Francesca Guerisoli.

La mostra è il risultato di una collaborazione tra Rossini Art Site e l’Archivio Andrea Cascella ed è finalizzata a ripercorrere il sodalizio artistico, intellettuale e personale tra l’artista pescarese (1919-90) e Alberto Rossini (1934-2015), imprenditore brianzolo e fondatore del museo che, assieme alla moglie Luisa Rossini, ha dedicato la sua vita al collezionismo artistico, raccogliendo a partire dagli ultimi anni Ottanta anche diverse opere dello stesso Cascella (prima fra tutte, il marmo del 1988 Piccolo Segnatempo, seguito da Annunciazione e Demiurgo).

Figlio d’arte, Cascella inizia nel secondo dopoguerra a dedicarsi alla scultura fittile e lapidea, realizzando opere caratterizzate da incastri di più elementi plastici dalle forme essenziali e pulite che si compenetrano dando sempre luogo a un grande equilibrio compositivo.

La produzione artistica di Cascella, inoltre, si basa su un profondo legame con i materiali, da lui considerati in un’ottica estremamente vitale: non elementi inerti ma, secondo una concezione simile a quella michelangiolesca, contenenti già in se stessi la forma artistica che chiede all’artista faber di essere rivelata (“io volevo far venire fuori, far vedere quello che c’è dentro” – dichiara l’artista – “Le mie sculture sono le cose di dentro”). Un legame profondamente intimo, dunque, quello tra il materiale e l’artista che con il suo gesto dà vita all’opera.

Tale processo creativo di disvelamento delle forme intrinseche alla materia viene ripercorso lungo la mostra, a partire dal padiglione del museo (progettato da James Wines e caratterizzato da ampie vetrate che si aprono sul parco, immerso nella Brianza) nel quale sono allestiti alcuni disegni preparatori su carta realizzati da Cascella, unitamente ad un nucleo di sue sculture di piccole dimensioni: in particolare, al piano superiore del padiglione sono ospitate le opere appartenenti alla collezione della famiglia Rossini mentre al piano inferiore si trovano quelle fornite per l’occasione dall’Archivio Cascella.

Tanto i bozzetti su carta quanto le opere scultoree evidenziano tensioni tra forze e volumi, di volta in volta verticali o orizzontali, che sfociano però sempre in un sostanziale e complessivo equilibrio. Esempio emblematico è il bronzo intitolato Annunciazione(appartenente alla collezione privata di Rossini e spostato per la mostra nel giardino del museo, dove invece trova posto permanentemente il Demiurgo in granito): la simmetria dell’opera e il gioco tra pieni e vuoti sembra davvero ricordare l’incontro di due figure, bloccate (o, per meglio dire, incastrate) nella loro eterna conversazione.

E davvero di incastri si tratta poiché, osservando le sculture più da vicino, possiamo notare come esse siano effettivamente costituite da più elementi separati, assemblati poi per formare l’opera complessiva. Così, sembra ricordarci Cascella, tutto sta nel saper smussare gli angoli giusti, nel trovare il punto di incastro migliore affinché tutto combaci perfettamente. In arte come nella vita.

fino al 21 luglio 2024
Rossini Art Site – Via Col del Frejus, 3. Briosco (MB)
Info: https://www.rossiniartsite.com/

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