Due qui/To hear, arrivano le prime immagini del Padiglione Italia

A pochi giorni dall'inaugurazione, il progetto espositivo di Massimo Bartolini per la Biennale di Venezia è pronto

Lo abbiamo immaginato fino ad oggi. Tanto si è detto di Due qui/ To hear, il tema-titolo del programma espositivo del Padiglione Italia della ormai prossima Biennale di Venezia 2024, curato da Luca Cerizza. Adesso le immagini del progetto espositivo di Massimo Bartolini cominciano a circolare. Un progetto che si avvale della collaborazione dei compositori: Caterina Barbieri e Kali Malone, assieme a Gavin Yuri Bryars, i quali contribuiranno alle installazioni sonore. La scrittrice Nicoletta Costa e il romanziere Tiziano Scarpa invece, si dedicheranno ad alcuni dei testi. Il padiglione, nonostante l’attore principale sia uno, risulta così essere collettivo, in un dialogo fra molteplici discipline. 

Massimo Bartolini, Pensive Bodhisattva on A Flat, 2024. Courtesy the artist, Massimo De Carlo, Frith Street Gallery and Magazzino. Photo © Agostino Osio / AltoPiano

Il titolo Due qui/ To hear suggerisce, giocando sull’assonanza inglese Two here eTo hear, che è l’udire o ancora meglio l‘ascoltare la chiave interpretativa di questa esposizione in cui, come il curatore ha più volte ribadito, il «paradigma acustico» è l’assoluto mezzo espressivo. Una esperienza fisica ma sopratutto sensoriale, che si pone come metafora di connessione e apertura nei confronti dell’altro. 

Da un punto di vista spaziale, il percorso è circolare e tripartito. È percorribile in due diversi sensi di marcia con una importante attenzione dedicata anche al giardino. Solamente due figure poste agli estremi, in dialogo con altrettante opere, introducono e accompagnano gli spettatori: gli alberi del Giardino della Vergine e il Bodhisattva Pensieroso, tipica immagine buddhista. Quest’ultima iconografia suggerisce immobilità e riflessione, nello svolgersi di un’azione che avviene all’interno di ognuno di noi, in contrasto con tutto ciò che presuppone movimento. Al centro, una grande installazione sonora esperibile dal pubblico. Una musica che pervade lo spazio, uno spazio che chiunque può attraversare, in un ascolto dell’altro che diventa collettivo e compartecipato. Il ministro Sangiuliano ha commentato, sottolineando l’importanza di «ascoltare gli altri per catturarne il meglio».

Massimo Bartolini, Pensive Bodhisattva on A Flat, 2024. Courtesy the artist, Massimo De Carlo, Frith Street Gallery and Magazzino. Photo © Agostino Osio / AltoPiano

Ogni singola opera, costruita in situ, si relaziona perfettamente con l’ambiente circostante e non c’è alcun tentativo di musealizzare questi luoghi. Sicuramente per motivi di sostenibilità, ma anche per non creare eccessive distanze con il visitatore che in questo modo può sentirsi parte integrante del discorso artistico nella sua totalità. Due qui/To hear è un percorso totalmente introspettivo e apparentemente vuoto, visto che l’installazione «non produce architettura ma suono», ma che incita a una profonda e intima indagine personale. «La materia più solida si incontra con quella più sottile della melodia», queste le parole dell’artista. Una densità materica che si scontra con l’incorporeo, generando una suggestiva sperimentazione artistica.

Una interessante antonomia kantiana fra pieno e vuoto che si traduce in una sintesi dialettica di una completezza che si acquisisce solamente attraverso la musica. «Una opera immensa ma di minimo ingombro, immersa nella totalità della melodia» ha dichiarato Roberto Cicutto. L’intento rimane comunque quello di dare concreta rilevanza alla pratica dell’ascolto più che che a quella del visivoAscoltare equivale a non tralasciare nulla indietro, vedere talvolta ci devia in un osservare fin troppo ristretto e spesso fuorviante. Massimo Bartolini Luca Cerizza ci propongono un padiglione sicuramente singolare, attraverso una idea di arte che ci ricorda l’importanza del saper ascoltare, in un mondo in cui il sentire non è mai bastato.

Kali Malone, Luca Cerizza, Caterina Barbieri e Massimo Bartolini, all’interno dell’opera di Massimo Bartolini, Conveyance, 2024, nel Padiglione Italia – Biennale Arte 2024.
Foto © Agostino Osio per AltoPiano