Ne aveva raccontato la storia anche Helena Janeczek in La ragazza con la Leica, premio Strega 2018. Interpreti e protagonisti di un momento cruciale del Novecento – quello della Guerra civile spagnola -, Robert Capa e Gerda Taro vengono presentati da in una mostra torinese negli spazi di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia. Dal 14 febbraio al 2 giugno 2024, nelle sale del Centro espositivo sarà visitabile Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra, la rassegna a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi.

Il Centro espositivo torinese prosegue sulla scia delle grandi mostre, un percorso già avviato con le personali dedicate a Dorothea Lange e André Kertész. Stavolta, l’esposizione racconta con circa 120 fotografie un frangente della storia della fotografia del XX secolo, che si raccoglie nel rapporto professionale e affettivo fra Robert Capa e Gerda Taro, interrottosi con la morte della fotografa in Spagna nel 1937.
La mostra nasce da un incontro parigino. Fuggita dalla Germania nazista lei, emigrato dall’Ungheria lui, Gerta Pohorylle e Endre – poi francesizzato André – Friedmann (i loro nomi originari) si conoscono nella capitale francese nel 1934. L’anno successivo si innamorano, stringendo così un sodalizio artistico e sentimentale che li porta a frequentare i cafè del Quartiere Latino e ad impegnarsi insieme nella fotografia e nella lotta politica. Alla ricerca di committenze, Gerta inventa il personaggio di Robert Capa, un ricco fotografo americano che André impersonerà per il resto della sua vita. Da qui, anche lei cambia nome, diventando Gerda Taro.

La rassegna di CAMERA racconta attraverso le immagini una vicenda umana e artistica, ma anche il suo drammatico contatto con la Storia, con gli scatti della Guerra civile. Le fotografie di Gerda Taro e quelle di Robert Capa scandiscono il percorso, che include anche la riproduzione di alcuni provini della celebre “valigia messicana”, contenente 4.500 negativi scattati in Spagna dai protagonisti della mostra e dal loro amico e sodale David Seymour, detto “Chim”. Della valigia si perdono le tracce fin dal 1939, quando Capa la affida a un amico per evitare che i materiali venissero requisiti e distrutti dalle truppe tedesche. Il ritrovamento avviene a Città del Messico nel 2007: un fatto che ha permesso di attribuire correttamente una serie di immagini di cui fino ad allora non era chiaro l’autore o l’autrice.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore con testi dei curatori.
Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra
dal 14 febbraio al 2 giugno 2024
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia – Via delle Rosine 18, Torino
info: camera.to