Lo scorso venerdì le autorità statunitensi hanno annunciato il ritorno a casa di due disegni di Egon Schiele, La ragazza coi capelli neri del 1911 e Il Ritratto di uomo del 1917, importanti opere dell’artista espressionista austriaco. I disegni hanno un valore complessivo di 2,5 milioni di dollari e rispettivamente erano conservati all’Allen Memorial Art Museum dell’Università di Oberlin in Ohio e al Carnegie Museum of Art di Pittsburgh. La loro riconsegna è un importante avvertimento per non dimenticare la furia nazista nei confronti dell’arte che continua ad avere talvolta ingiuste ripercussioni ancora oggi.

I preziosi disegni facevano parte della collezione d’arte rubata dai nazisti nel 1938 a Fritz Grünbaum, cabarettista ebreo ucciso durante l’Olocausto, precisamente nel campo di concentramento di Dachau. Esteta e amante dell’arte, la sua collezione vantava diverse opere in particolare di modernisti austriaci. Si parla di un vero e proprio tesoro, con 400 opere di autori come Albrecht Dürer, Gustav Klimt, Paul Cezanne, Marc Chagall, Camille Pissarro e ben 81 disegni e quadri di Egon Schiele. Ad oggi solamente 1/8 della collezione è stata restituita, gran parte delle opere non sono ancora state identificate e da anni i familiari combattono con i tribunali per averle indietro.

Nel 2018 gli eredi di Grünbaum sono riusciti con successo a recuperare ben due degli acquerelli dell’artista austriaco, acquistati dal mercato inglese. Il caso, che ha riscosso un notevole successo mediatico, è stato il primo a basarsi sulla legge Holocaust Expropriated Art Recovery (Hear) Act, entrata in vigore nel 2016 e che prevede una estensione del periodo di tempo in cui è possibile avanzare richieste di risarcimento per le opere trafugate dai nazisti. Gli 8 pezzi restituiti alla famiglia negli anni passati, a cui si aggiungono questi due più recenti, dimostrano la tenacia con cui gli eredi hanno fino all’ultimo combattuto per far sì che i dipinti e i disegni tornassero giustamente a casa.
«Questa è una vittoria per la giustizia e per la memoria di un artista coraggioso, collezionista d’arte e oppositore del fascismo», ha dichiarato Timothy Reif, giudice e parente di Grünbaum.
La tormentata arte di Egon Schiele oggi è più attuale che mai. Stavolta una racconto a lieto fine, monito per ognuno di noi, affinché ricordi che spesso dietro la bellezza di opere custodite nei musei, ci sono storie di ingiustizia e sofferenza.