Ai vs AI: il lavoro politico di Ai Weiwei che sfida l’intelligenza artificiale

Il progetto include domande politiche o esistenziali: «Non si tratta di libertà di espressione. Si tratta della libertà di porre domande».

«Se gli umani saranno mai liberati, sarà perché abbiamo fatto le domande giuste, non perché abbiamo fornito le giuste risposte». In diretta opposizione al machine learning e ai metodi di “apprendimento” dell’intelligenza artificiale Ai Weiwei spiega la sua ultima sfida politica che approda sugli schermi pubblici di otto città del mondo: Londra, Seul, Milano (in piazzale Cadorna), Lagos, Accra, Nairobi, Abidjan e Berlino.

Ai vs AI

Ai vs AI, 81 domande all’intelligenza artificiale, fino al 31 marzo, ogni giorno dalle ore 20:24. Una performance inedita del grande artista cinese, nel contesto del progetto CIRCA— che negli anni ha visto la collaborazione di artisti del calibro di Anne Imhof, Marina Abramović, ma anche Yoko Ono, Patti Smith, fino a Vivienne Westwood.

“Gli esseri umani bramano la morte?”, “Chi possiede chi nelle società democratiche?”oppure: “Quali persone trarrebbero maggior beneficio da te in guerra?”. «Non si tratta di libertà di espressione. Si tratta della libertà di porre domande. Tutti ne hanno il diritto», spiega Ai Weiwei.

Ai vs AI

Per ideare la performance, l’artista ha preso spunto dal testo delle 172 Domande al cielo, attribuite al poeta cinese Qu Yuan e incise sulle pareti del tempio ancestrale di Chu circa 2300 anni fa. Gli interrogativi saranno poi accompagnati dall’animazione di un drago, che annuncia l’anno del Drago verde di legno (in arrivo il 9 febbraio), che secondo la tradizione cinese porta con sé trasformazioni imprevedibili, che richiedono coraggio e cautela.