Campari – Bar Stories on Camera: storia di un drink negli scatti Magnum

Tra fotografie e cimeli storici, il bar diventa protagonista della mostra organizzata da Galleria Campari in collaborazione con Magnum Photos

Sarà visitabile fino al prossimo aprile la mostra Bar Stories on Camera, curata da Galleria Campari in partnership con Magnum Photos, la storica agenzia fotografica fondata da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour e George Rodger nel 1947, all’indomani degli orrori della Seconda Guerra Mondiale, con un duplice scopo: affermare la propria autorialità in quanto fotografi, imponendo il copyright sui propri negativi, e promuovere la pratica fotografica non solo come mezzo di documentazione ma anche come forma artistica.

La mostra si affianca all’esposizione permanente che occupa due piani dell’ex impianto produttivo della Campari, inaugurato a Sesto San Giovanni (appena fuori Milano) nel 1904 da Davide Campari, figlio di Gaspare, il fondatore dell’azienda che nel 1860 ha aperto il suo primo negozio in Piazza del Duomo a Milano.

La prima parte della collezione ripercorre la storia della fondazione della Campari e delle sue strategie pubblicitarie tramite la proiezione di spot storici e l’esposizione di cartelloni pubblicitari firmati da grafici e artisti (tra questi, i due nomi più altisonanti sono senz’altro Bruno Munari e Fortunato Depero, forse il primo vero e proprio grafico pubblicitario della storia italiana), costituendo una sorta di compendio del graphic design italiano tra la fine dell’800 e il ‘900. La seconda parte, invece, presenta al pubblico una raccolta di oggettistica brandizzata Campari e di articoli di design ispirati al marchio, tra cui spiccano posaceneri decorati, carte da gioco, maniglie per i tram milanesi decorate con la pubblicità del Cordial Campari e un automa barman degli anni ‘50.

In continuità con la collezione permanente, dunque, si pone anche la mostra temporanea che, oltre alle 90 fotografie realizzate tra anni ’30 del ‘900 e inizio anni Duemila, include anche una sezione (la quarta, a conclusione del percorso, significativamente nominata “Campari Memories”), che contiene oggetti emblematici della Storia della Campari come bicchieri, attrezzatura da bartender, menù d’epoca, bozzetti per le insegne pubblicitarie luminose.

Nelle altre tre sezioni, invece, sono presenti 48 scatti provenienti dall’Archivio Storico Campari (seconda sezione) e 42 fornite dalla Magnum Photos (prima e terza sezione), accompagnate anche da alcuni libri dedicati all’arte della preparazione dei liquori e della loro miscelazione, come “Bartenders Guide” di Jerry Thomas, pubblicato nel 1887, oppure il libro di ricette di Gaspare Campari risalente all’inizio del XX secolo.

Nelle fotografie della prima sezione, intitolata “Sharing Moments”, il vero protagonista è il bar come luogo di condivisione e convivialità, un posto in cui bere in compagnia e passare del tempo divertendosi. In apertura del percorso, si trova un pannello introduttivo firmato da Fulvio Piccinino, nel quale viene tracciata una breve storia del bar e di tutte le varie configurazione che esso ha assunto nelle epoche e nel mondo: dalle tabernae dell’antica Roma alle taverne medievali, dai caffè che si diffondono tra Seicento e Settecento ai saloon americani, fino al bar come lo intendiamo oggi, non importa come li si chiami, il comune denominatore di tutti questi locali è sempre la socialità, la volontà di condividere un momento di qualità assieme ad amici e parenti, bevendo e mangiando qualcosa assieme. Così anche negli scatti di George Rodger, David Seymour, Marylin Silverstone, Ferdinando Scianna, gli amici, le bevande e la musica sono gli ingredienti giusti per creare quell’atmosfera frenetica e stuzzicante che tutti noi una volta o l’altra abbiamo sperimentato, seduti al bar davanti a qualcosa di fresco da bere (non dimentichiamo, peraltro, che la nascita della stessa Magnum Photos è avvenuta proprio di fronte a una bottiglia di champagne Magnum, dalla quale l’agenzia prende il proprio nome).

La seconda sezione, invece, si intitola “Bar Campari” e documenta visivamente la storica presenza dei prodotti Campari nei bar non solo italiani (come ricordato, il marchio è nato quando l’Italia unita ancora non esisteva neppure) ma anche internazionali: ecco dunque che la fotografia del primo negozio Campari vicino al Duomo di Milano, datata anni ’20, si trova circondata da scatti realizzati a Rimini, Venezia, in Portogallo, Svizzera, Germania, Zimbabwe, Argentina nei quali troneggia sempre la scritta “Campari”.

Infine “Icons”, la terza sezione, espone alcuni ritratti fotografici di alcuni volti dello spettacolo e dell’arte del secolo scorso: Pablo Picasso immortalato da Robert Capa in vacanza in Costa Azzurra (1948), la soprano Maria Callas colta in conversazione con la giornalista scandalistica Elsa Maxwell a Palma di Mallorca da Raymond Depardon (1961), il fidanzamento di Grace Kelly fotografato da Elliott Erwitt (1956) o – ancora – Marylin Monroe durante una conferenza stampa nel 1956, nello scatto di Eve Arnold (ça va sans dire, tutte queste scene hanno luogo al tavolino di un bar oppure presso un hotel durante un momento di vita mondana).

Con o senza Campari, dunque, il bar si conferma il luogo per eccellenza di convivialità e di piacere. In tutti questi scatti (così come anche nella nostra vita di tutti i giorni), il bar diviene silenzioso spettatore delle vicende dei suoi avventori, esattamente come accade anche nella nota commedia goldoniana “La bottega del caffè” (1750): qui la bottega del caffè (il bar ante litteram), che dà il titolo alla vicenda, si apre sul mondo divenendo il fulcro di tutta l’azione scenica; è il luogo da cui la vicenda prende le mosse e dove tutto si conclude, sotto l’occhio attento del caffettiere Ridolfo che muove le fila della storia.

E quante storie i bar hanno visto iniziare, svilupparsi, concludersi: così nella commedia goldoniana ma anche nella vita fuori dal teatro. Che i suoi avventori siano divi del pantheon hollywoodiano o persone qualunque, il bar resta comunque una immancabile presenza, ci ricordano le fotografie esposte nella mostra di Galleria Campari e ci dice anche Ridolfo, parlando della sua professione di caffetterie: “Un mestiere che (…) si rende grato a tutti gli ordini di persone. Un mestiere reso necessario (…) all’onesto divertimento di chi ha bisogno di respirare.”

Bar Stories on Camera
fino al 30 aprile 2024
Galleria Campari – Viale Gramsci 161, Sesto San Giovanni (MI)
info: campari.com

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