Riabilitare lo scarto: l’arte di Alessandro Gerull e la sua ultima serie di lavori, Plastic Metamorphosis

Con una performance live durante l'evento Save and sound di Lecco, arte e ambiente si sono uniti nelle cornici prodotte da Alessandro Gerull

Nato a Milano nel 1998, ma di origini tedesche, Alessandro Gerull si avvicina alla pittura da autodidatta. Finalista al Premio Arte 2017 e al Premio Cairo nel 2022 ha realizzato alcune personali tra cui Astratti, nel 2020, alla Fondazione Paolina Brugnatelli di Milano, e, sempre nel 2020, Rondini da Frigoriferi Milanesi.

Si intitola invece Plastic Metamorphosis la serie di opere realizzate in performing art da Gerull in occasione dell’evento Save and sound, che si è svolto il 16 settembre nella location di Parè di Valmadrera a Lecco, ideato da AHC ETS – associazione lecchese nata per valorizzare il territorio attraverso iniziative in ambito culturale e ambientale.

Le opere prodotte sono tre grandi cornici di color argento eseguite dall’artista utilizzando una base di legno di scarto e i rifiuti plastici raccolti in occasione del World Clean Up Day, dalle sponde del lago di Lecco. Tre cornici frutto di un agglomerato di rifiuti tenuti insieme con il poliuretano espanso e argentati con la pittura spray. 

«Mi piace – ha spiegato Gerull – l’idea di riabilitare lo scarto, di dargli una nuova vita. Il tema ecologista e la necessità del riciclo sono sottintesi evidenti, ma mi interessano anche la forma e la composizione, dare vita a un’estetica a partire dal “brutto”».

I rifiuti acquistano così una nuova vita e, pur restando perfettamente riconoscibili nella loro estetica originaria, si fondono in una composizione artistica che assume un’identità assolutamente nuova. L’utilizzo della vernice spray argento li nobilita ulteriormente, trasformando l’opera in un pregiato oggetto d’arredamento. La tecnica del riuso per Gerull diventa una forma d’arte carica di messaggi e di contenuti.

«La lucidità della superficie – ha aggiunto l’artista in merito al materiale utilizzato – rende l’opera specchiante: chi la osserva può così essere coinvolto nella scultura, che in fondo evoca una soglia, e sentirsi parte del problema, ovvero la questione ecologica».

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