Biennale di Gubbio, una nuova vita con Spazio Taverna

La storica Biennale di Gubbio inaugura la sua ventisettesima edizione con la mostra “Imagina” curata da Spazio Taverna

Dopo anni di interruzione, la Biennale di Gubbio rinasce nel segno del contemporaneo. Seconda solo a Venezia in quanto a longevità (1956-2016), la storia della rassegna offre un’istantanea della scultura italiana del dopoguerra, sebbene le sue origini siano legate alla ceramica e al ferro battuto. La rinascita della Biennale si manifesta con una grande mostra curata da Spazio Taverna: articolata tra gli spazi di Palazzo dei Consoli e Palazzo Ducale, che esaltano l’identità medievale e rinascimentale della città, la mostra Imagina coinvolge trentasei giovani artisti, le cui opere muovono verso una reinterpretazione della storica rassegna e una riattivazione del Genius loci della città sfruttando i nuovi linguaggi del contemporaneo.

In esposizione dal 15 ottobre 2023 al 1 maggio 2024, la mostra interpreta il passato e le tradizioni della città di Gubbio e li proietta verso orizzonti culturali nuovi, fornendo la città di nuovi elementi identitari. Come hanno dichiarato i curatori – e fondatori di Spazio Taverna – Luca Pratesi e Marco Bassan, «il principio curatoriale che ha guidato tutta la costruzione di questa manifestazione è stata la riattivazione del Genius loci della città: l’utilizzo dell’anima medievale e di quella rinascimentale, il coinvolgimento della popolazione e dell’artigianato locale e l’attivazione delle grandi esperienze culturali che hanno caratterizzato Gubbio negli ultimi anni. Per questo motivo non potevamo che recuperare la tradizione della Biennale, che negli anni è stata un forte tratto identitario per gli eugubini».

Le ampie sale di Palazzo dei Consoli ospiteranno tre sezioni di Imagina. La Sala dell’Arengo è adibita agli stendardi di Medioevo al femminile: ispirandosi ai gonfaloni medievali, otto artiste hanno simbolicamente dominato un luogo di rigorosa pertinenza maschile. Per secoli – dal 1360 al 1621 – gli otto consoli della città hanno vissuto e lavorato nel Palazzo, ora occupato dagli stendardi delle artiste, tra cui Sveva Angeletti, Bea Bonafini, Ambra Castagnetti, Lucia Cristiani, Binta Diaw, Federica Di Pietrantonio, Valentina Furian e Giulia Mangoni. Numero Cromatico è protagonista di La questione delle lingue, la seconda sezione della mostra, realizzando un intervento sul linguaggio elaborato da un’Intelligenza Artificiale in dialogo con le Tavolette Eugubine, risalenti al III secolo a.C. e legate a riti sacrificali.  Il Palazzo dei Consoli vanta una collezione di arte orientale, che l’ultima parte del percorso, Tra Occidente e Oriente, pone in dialogo con un’installazione dell’artista Namsal Siedlecki.

Se le dimensioni degli spazi di Palazzo dei Consoli hanno evocato negli artisti un’impressione di trascendenza, l’architettura rinascimentale di Palazzo Ducale ha suscitato una riflessione sull’antropocentrismo. Negli ambienti del Palazzo si sviluppano altre quattro sezioni di Imagina, di cui la prima, situata nel Salone di corte, intreccia un dialogo simbolico con gli stendardi di Medioevo al femminile. Dal titolo La misura umana, il settore è composto da otto sculture free standing realizzate da altrettanti artisti, tra cui Lucas Memmola, Antonio Della Guardia, Giulio Bensasson, Davide Sgambaro, Ruth Beraha, Gabriele Silli, Gianluca Brando e Serena Vestrucci. Le opere site specific di Gabriella Siciliano, Lulù Nuti, Marco Emmanuele, Paolo Bufalini, Davide Stucchi, Andrea Mauti e Helena Hladilova offrono un’interpretazione del mondo cortigiano rinascimentale. Dislocate in varie sale del palazzo, nei giardini pensili e nella cisterna, queste opere formano la sezione Genius loci.

Collocata al primo piano, Fotogrammi in quadreria si compone di opere fotografiche e video che dialogano con la collezione barocca del palazzo e che sono state realizzate da Rachele Maistrello, Sonia Andresano, Anouk Chambaz e Lorenzo Vitturi. La quarta sezione, Corporazioni contemporanee, è ospitata nei sotterranei e include opere risultate da una collaborazione tra James Hillman, Veronica Bisesti, Francesca Cornacchini, Lucia Cantò, Diego Miguel Mirabella, Guglielmo Maggini e Alice Paltrinieri, ma anche con le realtà artigiane e imprenditoriali della città di Gubbio, oltre al cementificio Colacem.

Nel solco della tradizione della Biennale di Gubbio, alla mostra si correla di un premio a cui concorrono gli artisti coinvolti, ma ne è previsto anche un secondo promosso da Wide Group. Accanto alla mostra ufficiale si articolerà Extra Biennale, un ulteriore programma di esposizioni ed eventi, tra cui la mostra fotografica Il Luca di Gubbio e la personale Tutti i santi giorni di Cecilia Caporlingua.

Imagina
Dal 15 ottobre 2023 al 1 maggio 2024
Palazzo dei Consoli – Palazzo Ducale
info: spaziotaverna.it