Pingo ergo sum, a via Margutta la personale di Marco Marrocco tra sperimentazione e tradizione

Il Margutta Veggy Food & Art ospita la personale di Marco Marrocco che mette in mostra le sue pitture ispirate dalle avanguardie storiche

Pingo ergo sum, che rimanda alla nota locuzione latina di Cartesio, è il titolo della nuova mostra di Marco Marrocco, a cura di Francesca Barbi Marinetti e fortemente voluta da Tina Vannini, ospitata al ristorante vegetariano Il Margutta Veggy Food & Art, a Roma, in via Margutta 118.

 Ironia, estetica, sperimentazione: sono questi i tre elementi chiave della produzione artistica di Marco Marrocco che, tra pennellate morbide e incisive, colori e forme stilizzate, dimostra di conoscere, seppur con sguardo critico, la tradizione pittorica, con la voglia di traslarla nel gusto contemporaneo e consapevolezza della funzione dell’arte. La tensione delle linee, l’uso dei colori, la scelta dei soggetti rappresentati: una ricerca fortemente ispirata ai lavori di Kandinskij, Mirò e Klee, delle avanguardie storiche, dell’informale e dell’espressionismo astratto. I quadri in mostra rivendicano quindi il loro diritto all’autodeterminazione in quanto opere d’arte, nate dalla convinzione che l’arte vera si muove sempre nel solco della ricerca della verità. 

«Ogni mostra è un viaggio che le opere compiono altrove – ha affermato Marrocco – Via Margutta, con tutta la memoria storica che porta con sé, è il luogo perfetto per questo viaggio, e Tina Vannini e la curatrice Francesca Barbi Marinetti le compagne ideali. “Pingo ergo sum”, recita il titolo, ma perché le opere possano esistere hanno bisogno di un osservatore che le animi».

La personale, che comprende 22 opere, apre il 26 settembre (vernissage e Aperitif Art ore 19-21) ed è visitabile fino al 26 novembre

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