
Per chi conosce le dolci colline coltivate della Franciacorta, L’Albereta è ormai un’istituzione. Suggestivo relais dalla lunga storia, luogo da sempre votato alla cultura e al benessere, da più di vent’anni offre un’ospitalità sublime, dove l’accoglienza più raffinata incontra il piacere dei sensi, inteso sia come cura sia come esperienza estetica. Al suo interno, infatti, L’Albereta ospita un magnifico Parco delle Sculture, che si snoda per ben 61mila ettari, fino a raggiungere le cantine Bellavista e Contadi Castaldi. Affascinati da questa realtà, abbiamo intervistato Carmen Moretti De Rosa, imprenditrice di successo che ha saputo evolvere e consolidare la tradizione della sua famiglia.

Iniziamo dalle origini. Che rapporto ha avuto e ha la famiglia Moretti con l’arte e con la natura, in particolare con il patrimonio naturalistico di Franciacorta?
Per raccontare il rapporto della mia famiglia con l’arte, mi piace ricordare come nasce la storia di Albereta. Prima di diventare un albergo, L’Albereta è stata un’abitazione privata appartenuta all’avvocato Giovanni Cavalleri, che la fece costruire alla fine dell’Ottocento. Scelse personalmente di edificarla proprio in cima alla collina che lui chiamò “Bellavista” quando, ultimata la torretta della villa, si rese conto della straordinaria prospettiva che offriva sul paesaggio circostante. Come una dama d’altri tempi, la signora assoluta della casa fu la moglie, Donna Anna, che qui coltivò l’amore per la musica e l’arte progettando la Sala della Musica con due pianoforti, un organo a canne, un flauto traverso, mandolini e fisarmoniche. Tutti questi ricordi sono stati mantenuti vivi dalla mia famiglia, che ha voluto farsi erede ed interprete contemporanea del mecenatismo di Donna Anna attraverso un’attività costante di valorizzazione e promozione del territorio, nonché di tutela del suo patrimonio artistico. Indubbiamente il culmine di questo mecenatismo artistico è rappresentato dal Parco delle Sculture di Franciacorta, museo en plein air dove hanno trovato dimora, in un intrigante dialogo con la natura, 13 sculture di arte contemporanea che si snodano per ben 21 ettari di parco, da L’Albereta fino alle vicine cantine Bellavista e Contadi Castaldi.

Come nascono il Parco delle Sculture di Franciacorta e il Premio Internazionale Scultura del Terzo Millennio?
Citando Vittorio Moretti, presidente holding Terra Moretti: “Le dieci opere vincitrici del Premio di Scultura Terra Moretti sono un tributo alla creatività e alla libertà dell’uomo che trasforma la natura e lo spazio attraverso il talento, l’immaginazione e la tecnica. Per la Franciacorta, rappresenteranno il primo nucleo di un grande Parco delle Sculture allargato a tutto il territorio nel comune obiettivo di rendere espliciti l’unicità e il pregio di storia, natura e cultura.”
La scelta di mio padre nel preferire l’arte scultorea si lega all’idea che sia proprio questa forma d’arte ad essere capace di esprimere perfettamente una bellezza plasmata sulla materia attraverso il lavoro delle mani. Una suggestione che rimanda ai mestieri che sono alla base delle attività del gruppo. La materia viene infatti plasmata nei cantieri di costruzione, nelle vigne e in cantina; infine, nelle cucine degli hotel, dove il piacere del gusto è una naturale espressione di un’attenzione appassionata alle materie prime e alla loro identità territoriale.
Il Premio internazionale di Scultura Terzo Millennio, voluto da mio padre, Vittorio Moretti, illustra il pensiero umanista di un grande imprenditore, l’ottimismo nei confronti del futuro e la fede nell’arte. Il progetto, organizzato dal Gruppo Terra Moretti, nasce nel 1999 dalla volontà di dar voce agli artisti di tutto il mondo. Un concorso unico nel suo genere, perché apriva a tutti gli artisti che aspiravano a grandi spazi per veder realizzato un loro grande lavoro, un simbolo di speranza verso i prossimi mille anni. Unico requisito di adesione: essere scultori e aver realizzato almeno due mostre personali e due collettive. Dieci i vincitori e come premio sia la realizzazione delle dieci sculture sia, a lavori ultimati, i premi assoluti differentemente ripartiti in base alla graduatoria per un montepremi di 112 milioni (lire). Le dieci sculture vincitrici, scelte tra 737 bozzetti, hanno poi trovato collocazione in Franciacorta, nei luoghi in cui si svolgono le principali attività del gruppo: la cantina Bellavista, la cantina Contadi Castaldi e il Relais & Chateaux L’Albereta. Quest’ultimo ne raccoglie il maggior numero all’interno del proprio parco, che ogni anno viene aperto al pubblico in occasione delle giornate del FAI e di altri eventi che coinvolgono il territorio (Festival del Franciacorta, Franciacorta Summer Festival). Nel corso degli anni, il parco è stato ampliato con nuovi apporti sino a raggiungere le attuali 20 sculture.




Quali altri artisti ospita il Parco e quali sono le opere che finora hanno riscosso maggior successo?
Nella sede di L’Albereta (Erbusco – BS), ospitiamo opere di artisti selezionati per il Premio Internazionale di Scultura Terra Moretti, come:
Fiore di Pietra di Salvatore Salva (Surbo – LE), scultura in pietra naturale (Primo classificato al Premio);
My Inside di Maki Nakamura (Yamaguchi, Giappone), scultura in marmo naturale (Secondo classificato al Premio);
Porte del pensiero di Simone Benetton (Treviso), scultura in acciaio cor-ten, Premio Internazionale di Scultura Terra Moretti;
Piccolo Mausoleo all’Uomo di Mario Costantini (Penne – PE), scultura in bianca della maiella, lamiera di ferro trattata con oli esausti e cera d’api, ferro nero;
Mémoire-illusion di Nissim Merkado (Sofia – Bulgaria), scultura in frammenti di roccia, griglie di ferro;
Afrodite e Polifonia di Ilmi Kasemi (Albania) due sculture in marmo bianco;
La Bagnante di Giuseppe Bergomi (Brescia), scultura in marmo naturale.
Finora My Inside è stata l’opera che ha affascinato di più i visitatori, anche per la sua posizione privilegiata, dalla quale è possibile cogliere l’angolo più suggestivo della nostra Vigna Leone e uno scorcio davvero unico del Lago d’Iseo.

I vostri visitatori come vivono il museo en plein air? E che impatto ha l’arte sul benessere, secondo la vostra visione?
I nostri ospiti hanno la possibilità di visitare il Parco delle Sculture in autonomia, oppure, se preferiscono, attraverso un tour immersivo guidato dal nostro staff. In molti preferiscono la prima alternativa: l’ospite quando varca il cancello principale perde immediatamente il contatto con l’esterno e si ricongiunge con i suoni e i movimenti della natura. L’arte all’interno del nostro parco, esattamente come Albereta e le sue persone, è un’arte capace di adattarsi al dialogo se necessario, ma anche alla semplice essenza e bellezza delle forme, in silenzio.
Come dialogano hotel di lusso, museo-parco e cantina Bellavista?
Bellavista ha generato L’Albereta così come Petra ha generato L’Andana. Il luogo di produzione, la cantina, è diventato spazio di accoglienza e di incontro, generando interesse per le tradizioni, la cultura e la storia di un territorio. Infatti, il vino è anche attenzione nei confronti dell’ospite, volontà e piacere di raccontare l’anima dei luoghi e la loro evoluzione nel tempo. E questo insieme di valori ha trovato espressione concreta nei resort, luoghi di quiete e contemplazione, in cui ritrovarsi e rinnovarsi. Nuove realtà di lavoro e di svago che hanno ridisegnato il paesaggio, conducendomi a pensare ad un Parco delle Sculture quale naturale evoluzione per completare, attraverso l’arte e l’immaginazione, un paesaggio già “scolpito” attraverso i sensi, la ragione e il lavoro.

Pensate di continuare questo percorso nell’arte con nuovi lavori o progetti speciali? Se sì, vi va di anticiparci qualcosa?
Albereta è casa e come tutti i luoghi del cuore sono le emozioni ad influenzare le scelte, anche quelle artistiche. Non pianifico collaborazioni o nuove visioni, vivo la proprietà quotidianamente, mi emoziono di fronte ad ogni angolo come fosse la prima volta, quando vedo qualcosa di nuovo, un oggetto, un quadro cerco di trovargli un nuovo posto, come si fa per i ricordi.