A Palazzo Albergati a Bologna dal 9 giugno al 30 luglio 2023 va in mostra una Sicilia inedita attraverso le fotografie di Curtis Bill Pepper, brillante giornalista e scrittore best seller americano, corrispondente di Newsweek e altre prestigiose testate statunitensi nella Roma del dopoguerra, ma anche fotografo “allievo” di Henry Cartier Bresson.

La mostra è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, ed è realizzata da Poema S.p.A..
Esposte sono 50 fotografie selezionate dal figlio John R. Pepper e da Angelo Bucarelli tra le tante, ancora in negativo o stampate, scattate nei suoi viaggi tra il 1959 e il 1961.
«Curtis Bill Pepper– racconta Angelo Bucarelli, co-curatore della mostra assieme a John R. Pepper – maneggia la macchina fotografica con destrezza fulminante, riuscendo a cogliere, sempre con grande efficacia, ciò che la scena racconta al di là della realtà oggettiva. Come gli ha insegnato Cartier Bresson, non si cura della tecnica accademica, ma, con tocchi impressionisti e espressionisti, sceglie inquadrature inconsuete per arrivare a esprimere e trasmettere con chiarezza il concetto universale nascosto in un gesto o una posa, di cui gli stessi protagonisti sono ignari».


Tutte le 50 fotografie che compongono la mostra sono state scattate tra il 1959 e il 1961 in vari luoghi della Sicilia non riconoscibili. Pepper per farlo ha utilizzato una Nikon F con obiettivo 50 mm, con l’uso di un esposimetro lunasix 3; il negativo è il Kodak tri-X. Le foto sono state stampate in vari formati su carta baritata Ilford ai sali d’argento.
«Questa mostra – commenta il Prof. Emmanuele Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale – è interamente dedicata alla mia terra d’origine, la Sicilia, ma presenta una raccolta che non è fatta di fotografie di viaggio, di istantanee di località turistiche, spiagge incontaminate o rovine di templi greci: tutt’altro. Pepper ha scelto di immortalare quello che definì “il volto nascosto della Sicilia”, celato ai turisti e ai viaggiatori, ma anche a gran parte degli Italiani di quel tempo».
