Intervista a Elaine, mamma di Luca Grimaldi, artista tra i fondatori di Post Ex

COME MAMMA M’HA FATTO è l'appuntamento che racconta gli artisti da un punto di vista insolito, quello della mamma

Cosa dicono le mamme dei figli artisti? Come si pongono rispetto al loro lavoro? In che modo hanno contribuito alla loro pratica? COME MAMMA M’HA FATTO, un progetto ideato da Jacopo Natoli e Loredana Calvet, articola queste ed altre domande attraverso una serie di interviste e scatti fotografici analogici alle case e alle mamme degli artisti.
La prima stagione è dedicata a Post Ex.

Luca Grimaldi, pittore classe ’85, è tra i fondatori di Post Ex, spazio artistico indipendente di Roma, nato nel 2020. Luogo di lavoro, sperimentazione e scambi internazionali, oggi ospita una residenza temporanea e dodici studi permanenti. A Elaine, mamma di Luca, e alle altre mamme degli artisti è stato chiesto di fornire una selezione di foto dei loro figli da bambini o adolescenti. Elaine parte proprio da una di quelle per raccontare chi è Luca.

Parola scelta da Elaine per Luca – Ritratto di Elaine, foto di Jacopo Natoli


19 maggio 2022 – intervista ad Elaine, mamma di Luca Grimaldi – 48:14 minuti

Chi è Luca?
La prima foto approvata da Luca è lui a lavoro, che è molto simile a lui al lavoro oggi. Luca è una persona così, uno che è sempre a lavoro. Luca è un uomo con le mani in pasta. 
In questo sembra un po’ come me, anche io penso con le mani. Malgrado  faccia un lavoro teorico, insegno all’università e faccio la psicologa, il mio pensiero è manuale. Tutte le cose, tutte le metafore, tutto il modo di capire la logica, è un manipolare le cose.  Forse per questo vedo anche Luca così,  che lavora in questo modo. Ma a Luca piace anche la parola: parla tanto, parla con tutti. Crea atmosfere positive che avvicinano persone anche distanti. È sempre stato molto socievole, è un mediatore.  Anche da piccolo, i genitori dei suoi amici erano sempre molto contenti di averlo a casa perché dicevano che i fratelli non litigavano quando ci stava Luca.

Luca a lavoro in spiaggia, foto scelta da Elaine

Commenta un’opera di Luca
All’accademia faceva bellissimi ritratti. Nel suo lavoro oggi  io vedo ancora ritratti e autoritratti, anche se non vedrai necessariamente un volto. Per esempio il quadro del carrello dell’addetto alle pulizie (N.d.R. CERCASI PERSONALE, esposta alla Galleria D’Arte Moderna di Roma nel 2022), mi ha colpita tanto, perché questa è una persona, una persona che nessuno vede. L’ha fatto diventare una persona che si vede, ed ha fatto vedere tutti i dettagli, come ha appoggiato le bottiglie, come ha messo lo straccio, come va in giro per l’ufficio alle tre di notte… Questa cosa qui è un ritratto. Oppure altre opere che fa, la scultura col computer che sta mezzo sulla sedia, mezzo che sta per cadere… Quello è lui!! E’ proprio un autoritratto con un senso dell’umorismo che è sempre lì, presente. Insomma, si vede proprio lui nei suoi lavori. 

Vista terrazzo, foto di Jacopo Natoli

Sei mai stata da Post Ex? 
Sì sì sono andata spesso, certo! Ho vissuto tutto il momento di ricerca e costruzione dello studio. Lui, tornato da Berlino, stava cercando uno spazio. Prima stava qua a San Lorenzo ma il posto era troppo piccolo. Ha cercato a lungo e alla fine ha trovato questo posto a Centocelle. È difficile mettere insieme un sacco di persone in un posto così grande, ma questa era la sua idea. Poi la personalità lo porta a fare da cardine, sa attrarre le persone ed essere generoso.

Un ricordo che hai di Luca:
Il primo ricordo che ho di Luca è quando è nato che non ha pianto, ha solo fatto “AH!”, già si capisce tutto. “AH! ECCOMI QUA!”.

Ma è stato bello crescere Luca?
Sì sì come no! Sì poi certo, c’è stata l’adolescenza, molto difficile per la scuola e tutto il resto, però poi insomma è andata bene, anche perché è molto intelligente.

Luca da piccolo, foto scelta da Elaine

Quando pensi abbia capito di essere un artista?
Beh, lui da piccolo non faceva scarabocchi, e io mi dicevo “ah che peccato, è un bambino a cui non piace disegnare…”. Poi un giorno a quattro anni, hanno letto qualcosa sui vichinghi a scuola ed è tornato a casa col suo primo disegno: un vichingo, nei minimi dettagli, con l’elmo, lo scudo con tutti gli ornamenti, la cinta, la spada, il drago sulla nave in stile scandinavo e tutti scudi sul lato della nave.  Poi verso i dieci anni ha iniziato a fare animazione, ha voluto una telecamera che poteva scattare le foto e faceva le animazioni col pongo, con personaggi di un’espressività incredibile, con movimenti tridimensionali! Lui ha sempre avuto queste capacità pittoriche. Da bambino faceva dei disegni più come caricature, cartoni, illustrazioni di storie, cose così. divertenti.  Insomma, si capiva che  era un artista. Anche io avevo studiato arte, perché mi piaceva, però poi sono stata presa da altre cose e ho cambiato, perché non avevo quel tipo di necessità… Lui deve fare… A me piaceva fare, ma non dovevo fare.  Quando ha finito il liceo artistico, è andato in un’accademia d’arte a Boston, la mia città. Anche la sorella aveva studiato in una scuola simile.  Lì per la prima volta è stato apprezzato come artista. è stato preso in uno degli atelier dell’accademia, insomma, è stata un’esperienza veramente buona per lui. E lui lavorava tantissimo, aveva una di quelle poltrone morbide informi nello studio e dormiva là dentro scuola nascosto di notte.

Come pensi di aver influenzato il lavoro di Luca?
Io anche avevo studiato arte. Adesso qualche volta mi dedico un po’ alla calligrafia, ma non tanto, cose medievali soprattutto. La calligrafia è fatta di gesti, non di pazienza, se lo fai come gesto è diverso dal farlo con pazienza. Ogni gesto comincia qua e arriva là, come la danza, se ti muovi in modo troppo impostato non è bella, è come la pittura, come il pennello… Penso che tutta l’arte, anche la musica, debba essere così, improntata sulla gestualità fluida. Comunque anche se giocavo con lui con i lego e playmobil, la mia attività preferita con i figli era disegnare e dipingere.  Quindi forse per questo Luca ha sviluppato questo piacere e  la sua pittura è fatta di gesti.

Elaine e Luca, foto scelta da Elaine

Sei contenta di questa scelta?
La stima verso di lui è di tutta la famiglia, anche se dimentica le cose, è incasinato, forse gli artisti sono così, ma ha una forte bontà di fondo sempre. Quando posso, vado sempre alle sue mostre.  Sono contenta perché sento il suo gusto nel farlo.

A seconda del temperamento dei figli da bambini, tendiamo ad immaginare cosa faranno da grandi. Qual era la tua proiezione su Luca?
Ma aveva tantissimi altri interessi, scriveva molto, inventava storie, e se la scuola fosse stata migliore, forse avrebbe fatto qualcos’altro, giornalista, storico, ecc. ma il liceo non era per niente stimolante per lui. 

C’è qualcosa che non hai mai chiesto a Luca?
Eh, tante cose! -ma non è che vuoi scriverle vero?!- Non so, sicuramente mi chiedo come abbia questa incredibile capacità di lavorare, perché lui lavora sempre, instancabile, sempre!

@post_ex_post_ex
@lucagrimal


Jacopo Natoli è artista e docente. Dal 2011 sperimenta la forma dell’intervista (fino alla morte, mono-parola, senza-parola, finta, multilinguistica, per pizzini, acrostica, didascalica, haiku, per citazioni, silenziosa, per immagini, per disegni, telepatica, poetica, annuale, a grandi distanze…) 
jacoponatoli.com

Loredana Calvet dal 2014 collabora con diversi artisti come assistente, studio manager e archivista. Oggi lavora principalmente con Gonzalo Borondo e Post Ex. Dal 2019 è mamma di Pietro.
@calvetgram

Loredana+Jacopo

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