Ritorna Arte Fiera nella sua formula tradizionale e di nuovo dal 3 al 5 febbraio. Dopo lo slittamento del 2022 che aveva visto la 45esima edizione svolgersi a maggio, ora la prima fiera dell’anno di arte moderna e contemporanea ritorna al classico calendario, ancora una volta sotto la direzione artistica di Simone Menegoi, critico, curatore e docente, direttore artistico della fiera dal 2018, e che propone attraverso questa edizione un rilancio complessivo: «Abbiamo voluto pensarlo come un anno di turning point per la fiera. La sfida è stata ripensarla in soli sei mesi, a causa dello slittamento della scorsa edizione nel maggio 2022», racconta.
Tra le prime novità di quest’anno c’è sicuramente il coinvolgimento di Enea Righi, manager bolognese e noto collezionista, nel ruolo di managing director con l’obiettivo di ripensare e ristrutturare i servizi collaterali alla fiera, dall’accessibilità ai punti ristoro.
La struttura di Arte Fiera, invece, ruota ancora intorno alla classica sezione principale costruita dalla partecipazione di gallerie italiane e internazionali, ma si sviluppa poi in alcune sezioni curate su invito, dedicate a diversi temi. La prima è Multipli, novità di quest’anno, uno spazio a cura di Lisa Andreani e Simona Squatrito, fondatrici di REPLICA – Archivio italiano del libro d’artista, nel quale sono esposte opere prodotte in serie, e quindi include gallerie, librerie, stamperie ed editori accomunati dall’idea di un collezionismo più accessibile. Le altre due sezioni sono quelle ben consolidate, dedicate alla fotografia e alla pittura del XXI secolo, curate l’una da Giangavino Pazzola e l’altra da Davide Ferri. Percorso è l’altra novità di quest’anno. Non propriamente una sezione ma, come indica il nome, una passeggiata, un percorso tra gli spazi della Fiera alla ricerca di opere realizzate con di volta in volta con una tipologia di materiale eletto. Per questa edizione pilota, Percorso #1 il materiale prescelto è la ceramica, e tutto il progetto è stato sostenuto da Mutina, azienda nota per il suo impegno nell’accompagnare artisti e creativi con mostre, pubblicazioni e collaborazioni professionali, anche attraverso lo spazio milanese Casa Mutina.
Ritorna energica l’attenzione alla performance, che riprende con energia una tradizione che caratterizza il mondo dell’arte bolognese fin dagli anni Settanta. «È una linea che ho voluto perseguire fin dal 2019 – commenta Menegoi – perché se tutti ricordano le leggendarie Settimane Internazionali della Performance, inaugurate nel 1977, non tutti sanno che la prima edizione, famosissima, con Marina Abramovic e Ulay, solo per fare due nomi, si svolgeva proprio alle porte del quartiere fieristico dove aveva sede la GAM – Galleria d’Arte Moderna, ed era soprattutto sostenuta dalla Fiera stessa. Aggiungo che la performance dentro le porte della fiera, tra i suoi stand, è anche anteriore a questa data. E quest’anno vediamo di riportarla».
Tra le commissioni più importanti infatti: il collettivo Public Movement con la performance Rescue, una coreografia dal messaggio politico forte, interpretata da cinque danzatori. L’elaborazione del trauma diventa un’occasione di riflessione su drammi presenti e passati, ripensando alla strage della Stazione di Bologna del 1980. E poi l’opera di Alberto Garutti, Che cosa succede nelle stanze quando le persone se ne vanno?, progetto che si innesta sul ciclo omonimo inaugurato da Garutti nei primi anni Novanta e che ha visto due anni di lavoro per essere concluso, oggi. L’artista ha ricoperto con vernice fosforescente diversi elementi del mobilio, come panche, tavoli, sedie e cassettiere, sparpagliate negli stand. Durante gli orari di apertura della fiera, la vernice risulterà trasparente e i visitatori vi passeranno accanto senza accorgersene, ma di notte questi oggetti fosforescenti saranno le uniche cose visibili. Un’opera da immaginare, quindi, visibile solamente attraverso la documentazione fotografica.
Accompagna come sempre Arte Fiera, la settimana di ART CITY che prevede un ricco programma di mostre ed eventi diffusi in tutta la città e coordinati da Lorenzo Balbi, direttore del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, che culmina con le aperture straordinarie nella notte di sabato 4 febbraio. Lo stesso MAMbo inaugura il 2 febbraio Atlantide 2017-2023 di Yuri Ancarani, a cura di Lorenzo Balbi. Nella sala della Ciminiera, Ancarani proietta il film Atlantide, già presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2021, costruendo un ambiente immersivo che oltre al lungometraggio presenta contenuti inediti prodotti. Il progetto è idealmente collegato alla Fiera, dove Ancarani è presente con Senza Titolo, video commissionato attraverso il progetto LED WALL, e allestito in uno schermo di cinque metri per nove, all’ingresso di Piazza Costituzione.
tutte le info sulla fiera: www.artefiera.it
gli appuntamenti di Art City: www.culturabologna.it