Allo Spazio C21 le opere di Nuria Mora tra arte contemporanea e design

L'artista spagnola presenta a Reggio Emilia una sintesi matura della sua ricerca, un viaggio articolato tra sculture, tele e oggetti di design

Nuria Mora Moreno (1974) è una protagonista indiscussa della scena dell’arte contemporanea internazionale; è una delle poche donne al mondo che hanno praticato arte non autorizzata in spazi pubblici – certamente la più precoce in Spagna – che ha saputo trasporre la sua visione dello spazio, della luce e del colore in un corpus di affascinanti opere d’arte.

Coltiva la passione per l’arte fin da bambina: dal padre architetto apprende il rispetto per forma e spazio; dai nonni e bisnonni pittori la sensibilità per luce e colore. Completa “con merito” gli studi di architettura ed interior design al Politecnico di Madrid, poi si iscrive all’Accademia di Belle Arti dove incontra la scena artistica con la quale inizia ad esplorare pratiche pittoriche non autorizzate nello spazio pubblico dalla fine degli anni Novanta.

Viaggia, partecipa ai primi festival di arte urbana e dipinge grandi superfici murali nelle principali metropoli del mondo; lavora fianco a fianco con i migliori artisti di una emergente scena artistica che proprio in quegli anni sta catalizzando nuove energie creative.

I primi anni del nuovo millennio segnano infatti una svolta nella pratica artistica in strada; i graffiti che da oltreoceano hanno conquistato l’Europa alla fine degli anni Ottanta sono ora affiancati, sugli stessi muri, da un fiorire di pratiche caratterizzate da uno stile più pittorico; figurazione e astrazione si alternano alle lettere dando vita ad una nuova estetica dello spazio pubblico, allontanandosi dai linguaggi della pubblicità ed aprendo un nuovo spazio di dialogo con il pubblico. Sono gli stessi anni in cui nasce il web, la rete che connette e che propaga le esperienze della generazione più giovane, uno strumento potente che favorisce anche la diffusione delle pratiche artistiche non istituzionali.

Nuria Mora è una protagonista. Le sue opere – centinaia sparse per il mondo – sono documentate in decine di libri. È una tra le pochissime donne artiste della scena e si è affemata per la forte personalità lo stile iconico che la identifica. In un’intervista del 2010 per Beyond the street – un libro cult sui protagonisti del movimento post-graffiti edito da Gestalten – Nuria dice del suo lavoro: “le mie immagini sono politiche per la loro relazione con il contesto della città e perché i lavori presumono un’interferenza nelle relazioni pubbliche. La mia intenzione, tuttavia, è sollecitare la riflessione, suggerire una pausa, indurre l’osservatore ad una sua libera interpretazione”. Da allora la sua arte si è arricchita di nuovi riferimenti che la hanno portata dalle superfici murali alle gallerie ed ai musei.

In quasi 25 anni di pratica artistica Nuria Mora si è affermata in uno spazio artistico dominato dagli uomini e si è contraddistinta come uno dei principali rappresentanti della ricerca astratta nello spazio pubblico: in primis ha elaborato forme, linee e moduli che dialogano con equilibrio nell’architettura in cui sono inseriti; poi ha concepito trame – sviluppate in bilico tra astratto e formale – ed ha elaborato metamorfosi di forme arboree o vegetali che hanno delineato un codice identitario fatto di forme plastiche, distorte e arrotondate, che superano le geometrie dei primi anni di attività.

Oltre i muri, la cifra artistica di Nuria si è sviluppata in una eclettica varietà di medium: tele, carte, arazzi, tappeti ed una sapiente ricerca sul volume che si articola in installazioni site specific ed in sculture di vetro, legno e ceramica.

Negli ultimi dieci anni Nuria ha alternato il lavoro in strada con una ricerca in studio destinata sia a presentazioni indoor in spazi privati – in gallerie, residenze d’artista e commissioni di grandi marchi – che all’ingaggio di prestigiosi spazi istituzionali e grandi musei – come la Tate Modern a Londra (2008), la Fondazione Joan Miró a Mallorca (2008), ​​​​ il Museo d’Arte Contemporanea di Johannesburg (2010), lo spazio Place du Pilori a Niort (2011), la Fondazione Pilar e Joan Miró a Barcellona (2016) e la Biennale di Venezia (2022) – che hanno ospitato esposizioni delle sue opere.

Le sue prime produzioni in ceramica datano 2015; Nuria trae ispirazione da materiali raccolti durante un viaggio e si cimenta con un piccolo forno installato nel suo studio per realizzare le prime sculture.

La mostra a Reggio Emilia – ospitata allo Spazio C21, in Palazzo Brami – è un salto di scala nella sua produzione in ceramica: sia per l’importanza dei volumi su cui ha lavorato che per la complessità della progettualità che ha sviluppato. L’opera è una sintesi matura ed eclettica della sua ricerca di anni, un percorso articolato su sculture di grande e piccola dimensione, tele, serigrafie ed oggetti di design. Il testo critico che accompagna la mostra – che accompagnerà anche sul libro dedicato al progetto, che verrà presentato a Gennaio 2022 – è di Fabiola Naldi.

L’intera produzione delle opere è “made in Italy”: tele sono state realizzate in residenza allo SpazioC21, prototipi e stampi delle ceramiche sono stati realizzati a Milano da recipient.cc mentre la 3MC di Vignola ha curato la produzione delle ceramiche; gli oggetti di design – che combinano la ceramica di Nuria con elementi in metallo smaltato sono invece il risultato di una progettualità congiunta tra l’artista, Lo Studio Design di Reggio Emilia (lostudiodesign.it) ed il lavoro di Paolo Iotti della ditta Iotti Attilio di Rivalta.

Il progetto Allontanarsi dalla linea gialla di Nuria Mora ha inaugurato il 26 Novembre e sarà visibile fino al 5 Febbraio 2023.

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