Artissima 2022, tra desiderio di trasformazione e caduta libera nel non sapere. Tema centrato ma manca il coraggio

La 29esima edizione di Artissima invita a lasciarsi andare all’imperante incertezza per cogliere la possibilità di sorprendersi e trasformarsi 

Artissima 2022, Photo credit: Perottino – Piva – Peirone / Artissima 

A Torino oggi è arrivata la pioggia e il pubblico sorpreso si è ritrovato a fine giornata con i tailleur e le acconciature inumidite, quegli stessi adorni che erano stati accuratamente scelti per l’inaugurazione di Artissima, una delle fiere d’arte contemporanea più ricercate e significative del panorama dell’arte contemporanea in Italia. Le fiere d’arte sono eventi commerciali, microcosmi dove i professionisti del mondo dell’arte interagiscono tra loro e dove i mercati e i collezionisti di tutto il mondo si incontrano.
Con la chiara intenzione di creare un ponte di connessione tra la dimensione dell’arte contemporanea italiana e il resto del mondo, dal 4 al 6 novembre gli spazi dell’Oval di Torino ospitano 174 gallerie italiane e internazionali con una moltitudine estremamente variegata di opere e spazi espositivi sia emergenti sia affermati. Fedele alla propria vocazione innovativa e sperimentale quest’anno il tema di Artissima è Transformative Experience, un concetto elaborato dalla filosofa americana Laurie Anne Paul secondo cui «l’esperienza trasformativa che vive l’individuo – per dirla con le parole del neodirettore Luigi Fassi – è quella che apre nuovi orizzonti ai nostri sensi, ai nostri pensieri e alle nostre emozioni, sino a poterci cambiare in profondità come persone». Ne consegue che le esperienze realmente capaci di modificare radicalmente la persona e il suo corso d’opera sono imprevedibili e quindi non anticipabili dalla ragione. La ventinovesima edizione di Artissima con questo tema invita dunque i suoi partecipatori a lasciarsi andare all’imperante incertezza per cogliere in essa la possibilità di sorprendersi e condurre nuovi percorsi di ricerca e trasformazione. 

Artissima 2022, Photo credit: Perottino – Piva – Peirone / Artissima 

Sempre più spesso le fiere stanno dimostrando quanto l’inquadramento estetico-istituzionale sia fondamentale per la buona fruizione dell’arte contemporanea, dove il carattere commerciale dell’evento si nasconde in quello narrativo evidenziato dalla presenza di curatori e spazi semi-allestiti che mantengono attive le regole del gioco della passione dell’art pour l’art. Lo spazio è diviso in quattro sezioni consolidate: dedicata alle gallerie rinomate a livello internazionale è la Main Section i cui booth espongono in maniera piuttosto evidente il proprio riconoscibile artista di punta; New Entries è invece lo spazio riservato a gallerie emergenti operanti su sfera internazionale di cui 13 su 15 gallerie sono straniere, numero abbastanza rilevante per riflettere sulla quantità di gallerie emergenti italiane che attualmente operano all’esterno; Monologue/Dialogue è invece la sezione riservata alle gallerie emergenti e/o con un approccio sperimentale che intendono presentare uno stand monografico o un dialogo tra i lavori di 2 artisti; Art Spaces & Editions ospita gallerie specializzate in edizioni multipli di artisti, librerie, project space e spazi no profit. Con gallerie proveniente da 28 Paesi e 4 continenti diversi, con 42 gallerie che partecipano per la prima volta, Artissima 2022 vuole creare uno scenario internazionale che avvicini l’arte contemporanea italiana a sguardi provenienti dal resto del mondo. D’altronde, cosa può accomunarci più di tutto se non l’incertezza? 

Caterina De Nicola, More Friends, 2019. Courtesy of the Artist and Baleno International

Oltre alle sezioni in cui regnano le gallerie, nella navata centrale della fiera si evidenziano le tre sezioni curate – Disegni, Present Future Back to the Future – rispettivamente dedicate alla pratica del disegno, a progetti monografici di talenti emergenti e a progetti monografici di grandi pionieri dell’arte contemporanea, il cui lavoro ha avuto un ruolo chiave nella storia dell’arte. Il programma della fiera propone inoltri incontri, talk, mostre e performance in istituzioni esterne, dimostrando il suo interesse di posizionarsi in un contesto culturale che superi l’idea di fiera come evento meramente commerciale. Tuttavia, una fiera è pur sempre un evento commerciale e sarebbe equivoco e forse un po’ ingenuo pensare che con una moltitudine così ampia di gallerie più o meno affermate possa concretamente rispondere a un invito tematico mantenendo una coerenza nel contenuto delle opere esposte. In generale, le opere si presentano in maniera estremamente eterogenea e forse a tratti un po’ confusa nel rispecchiare quella che dovrebbe essere il senso trasformativo del lasciarsi andare all’imprevedibilità del presente. Come afferma il direttore Luigi Fassi: «In una fase di mutamento di molti modelli istituzionali di presentazione dell’arte contemporanea, la ventinovesima edizione di Artissima a Torino racconta innanzitutto la capacità della fiera di rafforzare la propria doppia identità di piattaforma di mercato e di produzione culturale, arricchendo entrambe le prospettive. A emergere quest’anno è la qualità del network italiano e internazionale della fiera, che ha dispiegato la propria azione di ricerca a livello globale, per continuare a offrire al collezionismo e agli operatori museali un’esperienza di scoperta con opere, gallerie e artisti di altissimo livello da Europa, America, Africa e Asia. Le 42 gallerie che nel 2022 partecipano per la prima volta ad Artissima testimoniano l’attrattività della fiera e il suo saper essere un catalizzatore di esperimenti, ricerche e investimenti di mercato in ambito artistico. Visitare Artissima è un’esperienza che accomuna collezionisti, curatori e appassionati e chi scommetterà sulla fiera sarà ripagato dalla scoperta di aver saputo intercettare le opere e gli artisti protagonisti del prossimo futuro».

Luigi Fassi. Artissima 2022, Photo Perottino – Piva – Peirone / Artissima 

D’altronde, rimane importante per una fiera che punta sempre più a diventare un’istituzione artistica, legittimare culturalmente il suo modus operandi, per riuscire ad influire sul comportamento umano per creare tendenze, indipendentemente dal suo successo economico, da cui nascono anche interessanti controtendenze, come l’azione collettiva Poverissima organizzata dall’agenzia di comunicazione MoaiPress. L’evento-happening di ieri sera ha coinvolto più di 40 artisti in una sessione di stampa di idee, opere, schizzi di artisti che ognuno, fino a mezzanotte, poteva prendere gratuitamente e partecipare all’installazione creando un’opera sul momento, in una dinamica di scambio. 
Se l’invito del tema di Artissima quest’anno è quello di creare uno spazio per poter trasformare radicalmente il presente attraverso il lancio spericolato negli abissi dell’ignoto, sarebbe allora interessante sperimentare in maniera forse più rischiosa nella scelta delle opere esposte in fiera, per promuovere nel pubblico una curiosità e una sorpresa atipica che attraverso l’arte scaturisca autentiche esperienze trasformative, connessioni, pensieri critici alternativi o semplicemente trasmettere sollievo, un senso di piacevole atemporalità e condivisione. Nonostante tutto, Artissima rimane un appuntamento unico che attrae ogni anno un pubblico selezionato di collezionisti, professionisti del settore e appassionati, un effettivo trampolino di lancio per artisti emergenti e gallerie di ricerca nonché un importante palcoscenico per rendersi conto di che direzione stia prendendo il mondo dell’arte contemporanea, conoscendo i lavori dei singoli artisti, che tra i vari spazi richiedono accorte attenzioni. 

Bianca Lee Vasquez, Living Sculpture, Artissima 2022, Photo credit: Perottino – Piva – Peirone / Artissima 

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