
Dal 16 settembre all’8 gennaio al Museo Villa Bassi Rathgeb, di Abano Terme, si potrà visitare la mostra dedicata a Mario Sironi.
La mostra, come si evince dal titolo Mario Sironi, un racconto dal grande collezionismo italiano, ha un chiaro intento ontologico. Le opere esposte vogliono ricostruire la vita ed il percorso artistico dei uno dei più noti esponenti del futurismo, nelle sue sfumature e complessità. L’esposizione ci accompagna alla scoperta di Sironi, mostrandoci le sue evoluzioni e il suo rapporto con il complesso periodo storico in cui è vissuto. Una sorta d’inventario che si dipana attraverso le opere dei grandi collezionisti italiani che hanno amato, di Sironi, l’innovazione poderosa e il silenzioso volume, che rende l’artista così lontano, nei risultati, dal guizzo futurista delle origini. Anche la sua adesione assoluta al fascismo si rivela poi, nella resa artistica, un parziale fraintendimento: l’intento dell’artista era infatti realizzare un’arte sociale, specchio di un’Italia che recupera la sua credibilità, un’arte comprensibile e apprezzabile da tutti.

Mario Sironi fu un artista multiforme, la cui vita è inevitabilmente segnata dal suo rapporto con la politica del tempo. Un artista sensibile e comunicativo, che aspira all’universalità del linguaggio artistico, mostrandoci in ogni opera d’arte una nuova prospettiva, tanto sul mondo esterno, quanto sul suo mondo interiore.
Come ha affermato Chiara Marangoni – coordinatore del Museo Villa Bassi Rathgeb e curatrice dell’esposizione insieme ad Alan Serri – l’obbiettivo della mostra è “raccontare l’uomo, il suo impegno sociale, la sua sagacia critica, la sua perspicacia nella satira politica. Un grande illustratore e un grande pittore. In mostra avremo l’occasione imperdibile di ammirare opere anche inedite, mai esposte prima”. Ogni aspetto del poliedrico artista viene ricercato, indagato ed approfondito. Ciò che emerge dalla mostra non è solo il talento, la coerenza e la potenza comunicativa dell’artista, ma anche il suo spiccato lirismo. Infatti, l’opera scelta come immagine guida dell’esposizione è simbolo della poesia disperata dell’artista: parliamo di Due Figure del 1955, un olio su tela che rispecchia l’ultimo periodo dell’autore, in cui a parlare sono intimità e fragilità, lontana dalla maestosità e dalla celebrazione umana. Lo testimoniano le oltre settanta opere che animano il percorso espositivo che si dipana nelle sale del Museo, dialogando con gli affreschi e i pezzi della collezione permanente di Villa Bassi. Esposti inoltre due studi preparatori per la decorazione murale Venezia, l’Italia e gli Studi che Sironi realizza per l’Aula Baratto di Ca’ Foscari tra il 1935 e il 1936.