La Residenza Itinerante di Planeta, un viaggio per artisti alla scoperta del “Continente” siciliano e dei suoi tesori

Intervista a Valentina Bruschi, che cura Viaggio in Sicilia, format di residenze per artisti nelle tenute vitivinicole della famiglia Planeta

Intervista alla curatrice Valentina Bruschi, che da diversi anni cura Viaggio in Sicilia, format innovativo di residenze per artisti nelle tenute vitivinicole della famiglia Planeta disseminate da ovest a est della regione, per interpretarne il territorio e il patrimonio storico e culturale attraverso un programma di visite ed  esperienze che hanno come perno natura, archeologia, ospitalità e cultura del vino .

Viaggio in Sicilia #7, settembre 2016 Pietro Ruffo sull’Altopiano Argimusco (ME), foto di Leonardo Scotti

Viaggio in Sicilia è una residenza d’artista sui generis, ci racconti quali sono stati i fattori che hanno portato a creare questo format?
«Viaggio in Sicilia è un progetto biennale di arte contemporanea ideato da Planeta in occasione della decima vendemmia dell’azienda, nel 2004. È una residenza d’artista sui generis perché è nomade, si fa letteralmente “in viaggio”, spostandosi in luoghi diversi della Sicilia nell’arco di una settimana circa. Solitamente il viaggio avviene durante il periodo della vendemmia, quando un gruppo multidisciplinare di artisti provenienti da luoghi diversi sono invitati ad “attraversare” l’Isola insieme ad un fotografo/fotografa e uno scrittore/scrittrice. In una seconda fase del progetto, solitamente nella primavera successiva alla vendemmia, quando gli artisti sono tornati nei loro luoghi di residenza e l’esperienza del viaggio è “decantata”, si inizia la fase di elaborazione delle opere, in vista della successiva mostra, come quella che stiamo preparando ora, che apre al pubblico sabato 21 maggio 2022 a Palermo con Bea Bonafini, Gili Lavy, Emiliano Maggi, Diego Miguel Mirabella, la scrittrice Chiara Barzini e il fotografo Matteo Buonomo.
Il format è stato sviluppato pensando agli elementi caratteristici dell’azienda Planeta che produce il vino in luoghi molto diversi di tra loro, da Sambuca di Sicilia all’Etna, da Noto a Capo Milazzo, ognuno con peculiari elementi geografici e climatici. Nel tempo, i territori di produzione dell’azienda sono diventati sei, che visti su una mappa, creano un itinerario che forma quasi il perimetro dell’Isola. Alla base del progetto c’è l’idea di invitare artisti di varie sensibilità e provenienza a fare lo stesso itinerario che fanno settimanalmente i membri della famiglia Planeta e i loro collaboratori. È un modo per vedere la realtà che ci sta quotidianamente davanti agli occhi con uno sguardo diverso. Gli artisti quindi visitano i vigneti e le cantine ma poi conoscono anche il territorio che si trova intorno ad esse, i siti d’interesse naturalistico o storico, normalmente fuori dai consueti percorsi turistici. Negli anni abbiamo scoperto anche noi che organizziamo il viaggio – e questo elemento fa parte del divertimento e della passione con cui curiamo il progetto – alcuni siti di grande interesse, come la miniera di salgemma di Realmonte con la sua cattedrale di sale sotterranea, oppure la casa museo Antonino Uccello, un’istituzione etno-antropologica dedicata alle ricerche di uno dei più importanti appassionati studiosi della cultura popolare siciliana».

Viaggio in Sicilia #8_Claire Fontaine, Ettore Majorana, 2019, tenuta Planeta a Sciaranuova, Passopisciaro (CT); courtesy dell’artista. Foto di Andrea Cristaldi

In qualità di curatrice hai il compito di scegliere gli artisti e di strutturare il tema del viaggio, quali sono i criteri a cui ti affidi nella scelta degli artisti da coinvolgere?
«Amo lavorare con gli artisti e facilitare il loro lavoro. La varietà di pratiche, soggetti e contesti non finisce mai di stupirmi. La curatela permette di conoscere una panoramica di pratiche e soggetti così diversi ed esplorare approcci alternativi che collegano l’artista, il territorio, l’opera d’arte e il pubblico. Nel mondo artistico globalizzato di oggi, penso che le connessioni che creiamo con la diversità di luoghi, persone e culture siano ancora più importanti, trovando un terreno comune e l’opportunità di cambiare percezioni e idee attraverso scambi diretti.
Negli ultimi vent’anni, Viaggio in Sicilia ha coinvolto artisti di generazioni, provenienze e culture diverse e questo ha creato un capitale umano di relazioni e conoscenze. Ogni mia scelta poi è condivisa con la famiglia Planeta, i cui membri sono appassionati di arte, musica e letteratura da generazioni. Da quando ho iniziato a curare il progetto nel 2014 – e poi per le ultime 4 edizioni – ho scelto di selezionare artisti della mia generazione, quindi mid-career o più giovani, e ho suggerito delle tematiche, per creare collegamenti comuni tra le ricerche individuali, pensando sempre poi alla realizzazione di una mostra collettiva. Molte volte i temi sono stati dettati dalla scelta del luogo espositivo, come nel caso del Museo Archeologico regionale A. Salinas di Palermo. In alcuni casi abbiamo anche provato a cambiare il format, come nell’edizione #8, nel 2019, abbiamo commissionato un’opera sit-specific al collettivo Claire Fontaine per la tenuta di Sciaranuova a Passopisciaro, sull’Etna. Per realizzare questo lavoro, un neon lungo venti metri che riproduce una frase di Leonardo Sciascia tratta dal suo romanzo “La scomparsa di Majorana”, ci siamo spesso recati alle pendici del vulcano ed è stato sicuramente uno dei progetti più ambizioni di Viaggio in Sicilia! Poi la pandemia ha modificato i nostri piani e abbiamo avuto una grande voglia di tornare a viaggiare in gruppo, non appena la situazione generale ce lo ha permesso, come in quest’ultima edizione adesso in corso».

Viaggio in Sicilia #7, settembre 2016 Cretto di Burri (TP), foto di Leonardo Scotti

Nella tua esperienza, quanto hai ritrovato parte del ricco patrimonio culturale siciliano nel lavoro finale presentato dagli artisti alla fine della residenza
«La celebre frase di Goethe pronunciata a seguito del suo personale “Grand Tour”, in cui afferma che “è in Sicilia che si trova la chiave di tutto”, è una citazione abusata, ma è innegabile che ancora oggi, dopo secoli, la Sicilia continua ad attirare artisti e intellettuali. Gli artisti, che vengono stimolati dai contrasti, qui trovano le straordinarie vestigia della Storia nei siti archeologici ma anche l’attualità da quando l’isola, negli ultimi vent’anni, si è trovata al centro dei nuovi importanti flussi migratori del Mediterraneo. Tutti questi elementi diversi rendono la Sicilia un luogo determinante per la comprensione del nostro presente contraddittorio.
L’esperienza del Viaggio in Sicilia lascia sempre un segno nelle opere degli artisti anche se in maniera e intensità diversa, a seconda della sensibilità e del linguaggio usato. Per i fotografi o per i pittori questo risulta più evidente nell’attenzione all’intensità della luce e nell’emergere di iconografie nuove, per gli scultori spesso è la possibilità di collaborare con gli artigiani locali, ancora custodi di grande maestria. Oppure in alcuni casi, come con Luca Trevisani, gli artisti scelgono di lavorare con oggetti raccolti durante il tragitto: Luca ha raccolto una grande foglia di palma caduta dal vento nel cortile della tenuta Planeta di Dorilli, a Vittoria, l’ha poi essiccata e stampata con un motivo decorativo Liberty di Ernesto Basile per la sua serie “Notes for dried and living bodies”.  Durante quella stessa edizione del progetto, Gabriella Ciancimino, ha elaborato una mappa, durante il viaggio, in riferimento ai luoghi visitati. L’artista ha successivamente arricchito l’opera con nuovi elementi che rimandano ad alcune delle carte geografiche contenute all’interno dei volumi antichi della preziosa biblioteca del Museo Archeologico regionale A. Salinas, una delle più importanti raccolte librarie della Sicilia.
Ognuno degli artisti poi viene sempre arricchito di nuovi contenuti dall’esperienza del viaggio e c’è sempre la volontà di realizzare qualcosa in risposta a questo contesto specifico. Far scoprire quali sono le narrazioni che hanno portato alla realizzazione di queste nuove creazioni è uno degli obiettivi del progetto: far conoscere la Sicilia, la sua storia stratificata e i suoi luoghi diversi attraverso lo sguardo attento degli artisti, che si rinnova continuamente».

Viaggio in Sicilia #7 settembre 2016 Malak Helmy di spalle davanti alle rovine di Poggioreale (TP), foto di Leonardo Scotti

C’è un Viaggio in Sicilia che ti è rimasto nel cuore, più degli altri?
«Ogni viaggio è stato diverso e bello proprio per la sua unicità e irripetibilità. Incontrare e scoprire il lavoro di nuovi artisti è sempre la parte migliore del viaggio per me, oltre alla conoscenza dei siti meno noti dell’Isola che è stata definita” un continente”. Poi, scambiare le proprie impressioni con gli altri partecipanti durante il viaggio: le conversazioni che si verificano quando le idee e le ricerche vengono condivise ti consentono di intravedere esperienze alternative ed espandere la tua comprensione del mondo. Ed è un privilegio poterlo fare in luoghi molto belli e davanti a un buon bicchiere di vino! Grazie alla tradizionale l’ospitalità della famiglia Planeta e alle peculiari caratteristiche dei paesaggi, si riesce sempre a creare un’atmosfera speciale, differente per ogni viaggio. L’esperienza umana è uno degli aspetti fondamentali del progetto e non è mai scontata ma frutto di un’alchimia di relazioni. Sicuramente “Viaggio in Sicilia #6” nel 2014-2015 è stato per me significativo perché il primo da curatore del progetto e ho cercato di modificare alcuni elementi che mi sembrava più interessante far emergere. Tra gli artisti di quella edizione, alla quale hanno partecipato Adrianna Glaviano, i gemelli Carlo e Fabio Ingrassia, Paula Karoline Kamps e John Kleckner, insieme alla scrittrice Tiziana Lo Porto, ho invitato anche Ignazio Mortellaro che non ha soltanto partecipato alla residenza nomade e alla mostra ma ha curato tutta l’immagine visiva del progetto, la pubblicazione e l’allestimento dell’esposizione. Da quel momento, si è creato con Ignazio un dialogo creativo che ha portato a scelte condivise anche sulla comunicazione visiva di tutti i progetti successivi, che quest’anno cura come BEIT Studio, insieme con l’arch. Valentina Miceli».

Viaggio in Sicilia #6, settembre 2014 ritratto di Valentina Bruschi foto di Ignazio Mortellaro