È scomparso tra la notte di sabato 19 e domenica 20 febbraio Dan Graham. L’artista e performer statunitense si è spento a New York e la comunicazione ufficiale arriva dalle quattro gallerie che lo hanno fino a questo momento rappresentato -Lisson Gallery, Marian Goodman Gallery, 303 Gallery e Regen Projects- che rilasciano la notizia senza aggiungere alcuna specifica riguardo la causa della morte.
Dan Graham aveva 79 anni e durante l’arco della sua vita e carriera come artista ha dato forma a un percorso dalla singolare rilevanza, ancora oggi in grado di essere influente modello sulla scena artistica attuale. “La sua influenza nell’ultimo mezzo secolo come scrittore, fotografo, architetto, scultore, regista e artista di performance è ampiamente sentita nel mondo dell’arte contemporanea” recita il comunicato stampa che diffonde la notizia.

Al principio della sua attività il nome di Dan Graham viene collegato allo sviluppo della corrente del minimalismo, del post concettualismo e dello stesso concettualismo. Durante gli anni ’60 e ’70 però lo stesso artista che rifiuta ogni categorizzazione, rivendicando la sua autonomia rispetto alle tendenze del momento. Nonostante il suo mancato schieramento è innegabile che Graham sia stato un pioniere e questo è ben evidente nei primi lavori basati sul testo, le opere murali tipografiche e le poesie schematiche
Un creativo a tutto tondo che porta. Avanti le sue indagini non semplicemente attraverso le forme d’erte tradizionali: la sua sperimentazione abbraccia il mondo delle arti visive con la scultura in particolare ma anche la scrittura e l’architettura sono sempre punto di riferimento fonte di ispirazione e desiderio di esplorazione. L’obiettivo principale dell’arte di Graham dalla fine degli anni ’70 è infatti una serie continua di installazioni architettoniche pubbliche, chiamate padiglioni, derivate da forme geometriche e rese in lastre di vetro, specchio bidirezionale e armature di acciaio.
Dan Graham lascia sua moglie Mieko Meguro. Anche lei artista.
