”Dimenticherai, e la terra continuerà a vivere per sempre senza gli uomini. Va’, il tuo posto è tra loro, nella corruzione e nella violenza, perché questo è il tuo universo”. Tratto da I viaggi fantastici di Lone Sloane (1966), psichedelico volume a fumetti pubblicato in Italia da Mondadori nel 1973. Scritto e illustrato da Philippe Druillet, questo racconto incredibile – vero e proprio mix di astronavi, velieri pirata, mostri, divinità, pianeti di ogni tipo, strizzando l’occhio all’arte gotica e indiana, con una spruzzata di Lovecraft e art nouveau – presentò al pubblico, per la prima volta, il personaggio di Lone Sloane, vagabondo spaziale vestito al pari di un cowboy del futuro, antesignano di Star-Lord (Marvel comics). A distanza di un bel po’ d’anni, questo navigatore solitario degli spazi interstellari nato dalla fantasia del fumettista transalpino, classe 1944, è stato il protagonista di altri volumi importanti – da Lone Sloane e Salambò, senza dimenticare Yragaël a Vuzz, ciascuno raccolto in un unico volume, l’integrale – pubblicati in Italia da Magicpress. Adesso, sempre la stessa casa editrice è colpevole (per fortuna) della pubblicazione di un altro caposaldo fantascientifico di Druillet, Babele, il più recente testo di Lone Sloane. Un incipit doveroso, per comprendere meglio la sinossi che accompagna questa nuova opera: ”Negli anni Sessanta, Philippe Druillet inventa Lone Sloane, rivoluzionando il mondo del fumetto. Oltre mezzo secolo dopo, Sloane torna grazie alla penna di Xavier Cazaux-Zago e i pennelli di Dimitri Avramoglou”. Due autori scelti dal maestro francese per continuare le sue avventure. Ancora una volta, come ammette lo stesso Druillet: «Sloane, leggenda delle stelle, va come loro alla ricerca di un sogno perduto, attraverso le infinite profondità degli spazi e delle galassie, incontro al suo destino. Fino a raggiungere con le sue mani bruciate da mille soli, l’eterna, impossibile, origine del mistero. Ancora una volta». Versatile pioniere della nona arte – di lui René Goscinny, noto anche per il suo sodalizio con il disegnatore Albert Uderzo per Asterix, disse: «Ho visto, vedo e vedrò ancora molti disegnatori, ma Druillet mi è entrato dentro, gli echi della sua esplosione sono lontani a spegnersi» – Druillet continua nel solco del mito (”Sloane dovrà confrontarsi con una nuova terribile minaccia: Foam, un’oscura forza che distrugge tutto ciò che trova sul suo cammino. Il nostro eroe dovrà reinventarsi, chiamando a sé tutti i più grandi viaggiatori della letteratura, da Ulisse ad Annibale, da Gulliver a Nemo, per trionfare sul caos”). Il volume Lone Sloane, Babele (brossurato, 88 pagine a colori, 15 euro) – contraddistinto da tavole meravigliose che rischiano di distogliere l’attenzione dalla lettura – getta nuova luce su un personaggio al quale Druillet è legatissimo. È una sorta di figlio, Sloane, per l’artista di Tolosa (abile nel destreggiarsi tra cortometraggi e miniserie tv, considerando alcune produzioni) che parlandone di se stesso e della sua creatura afferma: «Un giorno il ragazzo, orami adulto, decise di affidare il suo eroe, divenuto indipendente, a dei nuovi artisti per compiere il suo destino. La prosecuzione di quella leggenda è qui, sotto i vostri occhi».
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