Rusty Brown

Roma

Sei personaggi le cui esistenze si intrecciano tra gli anni Settanta e i giorni nostri, sullo sfondo di un’ordinaria (anonima?) cittadina del profondo Midwest – laddove si esprime la profonda identità nazionale – degli Stati Uniti. Si tratta di Rusty Brown, timido e imbranato scolaretto, denti alla Pennywise/It, ossessionato dai supereroi (”hai sentito, supergirl? Dobbiamo spalare il sentiero a supervelocità. Altrimenti ci ritroviamo nei guai”, dice tra sé dopo che il padre gli ha chiesto di rimuovere la neve fuori da casa), Chalky White, il compagno di scuola, altrettanto impacciato, sua sorella Alison – la classica adolescente da pellicola made in Usa –, e Jason Lint, il bullo (sempre col dito medio alzato) che li tormenta. E ancora, W.K. Brown, il padre di Rusty, professore panciuto e che più ”grigio” non si può, nonché Joanna Cole, l’insegnante dei ragazzi, dal carattere non proprio indomabile. Sei personaggi in cerca d’autore? Non proprio, poiché i protagonisti di Rusty Brown, commedia umana a fumetti edita in Italia da Coconino press, vengono sviscerati dall’autore – Chris Ware, all’anagrafe Franklin Christenson Ware, classe 1967, maestro contemporaneo della ”narrazione a strisce” – che, partendo da una singola, insignificante giornata, tratteggia ciascuna delle sei storie dal principio alla fine, spaziando dai momenti formativi ai più irrilevanti dettagli, rifinendo un’epopea tanto mediocre quanto incredibile, divertente e lancinante. Eroica e poetica, sempre e comunque. Tutto è fuori dall’ordinario (ma cosa non lo è, oggi?) in questo corposo volume (358 pagine a colori, 40 euro) che si concretizza tra le mani in un romanzo per immagini a tavole orizzontali. Tomo trasudante pop da tutti i pori, Rusty Brown è stato realizzato nel corso di ben diciott’anni, e approda nelle librerie e fumetterie in un’edizione cartonata con sovraccoperta apribile come poster, contenente altri mini-racconti, gag, quiz, giochi grafici e ottici. Un’opera che può fare la gioia non solo dei lettori di Ware ma anche degli illustratori e grafici. Un romanzo a fumetti nel quale il rischio smarrimento è alto, considerando la mole di contenuto da attenzionare. Come anticipato – e riprendendo in parte il comunicato della casa editrice bolognese – delimitiamo il tutto: «Omaha, Nebraska, anno 1975. È appena nevicato e inizia un altro giorno di scuola per Rusty Brown, un ragazzino che sogna fantastiche avventure di supereroi per sfuggire alle angherie di bulli come Jason Lint. In classe ad attenderlo c’è la maestra Joanna Cole, unica insegnante nera in un istituto a grande prevalenza di alunni bianchi. Nella stessa scuola insegna anche W.K. Brown, padre di Rusty, docente depresso e frustrato, che in gioventù è stato appassionato lettore e anche scrittore di racconti di fantascienza. E da un’altra città sono appena arrivati due nuovi studenti, Chalky White e la sorella maggiore Alison». Rigore e talento grafico – il quotidiano britannico The Guardian definisce Ware: «maestro nell’inventare sempre nuovi strumenti narrativi, genio nell’uso delle linee e del colore, talento ingegneristico nel descrivere la complessità» – inquadrano un racconto, sviluppato avanti e indietro nel tempo, che punta la lente d’ingrandimento sulla fragilità e l’eccezionalità di vite apparentemente banali, dall’infanzia alla tarda età, in un rincorrersi di momenti spassosi, toccanti e (perché no) tragici. Primo autore di comics chiamato ad esporre le sue opere al Whitney museum of american art di New York e ad avere una personale al Museum of contemporary art di Chicago, Ware ritorna alla grande. E chissà che Rusty Brown, un giorno, non possa essere declinato in film dal genio di Sam Mendes. Sarebbe un’ideale chiusura del cerchio.

Info: www.coconinopress.it