Amalfi per il prossimo trimestre si rilancia nello scenario contemporaneo con un grande progetto che riporta la memoria agli albori degli anni Sessanta, quando Marcello Rumma aveva fatto di questi luoghi un laboratorio internazionale di sperimentazione e contaminazione culturale. A partire da oggi, fino a dicembre, sarà infatti possibile vedere l’opera di William Kentridge More Sweetly Play the Dance, uno dei must dell’artista sudafricano. L’evento, promosso dalla galleria Lia Rumma, si inserisce con un allestimento site specific nell’Antico Arsenale di Amalfi, anche per celebrarne la riqualificazione da poco conclusa. La mission è quella di ripercorrere l’esperienza artistica e culturale che caratterizzò gli anni ’60, con la sua dimensione ”fisica” e partecipativa, restituendo a una straordinaria location, con gli attuali protagonisti del mondo dell’arte contemporanea, il ruolo centrale che ebbe allora e che oggi può nuovamente avere, in Italia e nel mondo.
L’OPERA
Presentata in anteprima nel 2015 all’Eye Film Institute di Amsterdam, More Sweetly Play the Dance (2015) è una video-installazione su otto schermi, che si estende per oltre 40 metri all’interno dello spazio dell’Arsenale. La processione di varie silhouette di figure umane a grandezza naturale, accompagnata da musiche di una banda di ottoni sudafricana, avanza in un paesaggio disegnato a carboncino dall’artista, da schermo a schermo, ad un ritmo struggente che ricorda le marce politiche e le migrazioni, i conflitti e gli esodi, la morte e le lotte civili contemporanee, in uno scenario in cui passato e presente si rispecchiano l’uno nell’altro, implicando la nostra reazione collettiva e la nostra responsabile consapevolezza personale. Questa parata caleidoscopica circonda lo spettatore con la sua alternanza ipnotica di figure reali e disegni realizzati nel tipico stile dell’artista sudafricano.
Ad aprire le danze una banda di ottoni, seguita da persone che trasportano oggetti preziosi e corpi avvolti in sudari, scheletri, ammalati che trascinano flebo, gabbie per uccelli, sacerdoti con fiori funebri. Combinando elementi presi dalle allegorie mitologiche e medievali a riferimenti all’attualità, dalle vittime dell’ebola ai profughi siriani, questo agghiacciante e morboso trionfo della morte celebra la vita, come in una parata carnevalesca, tema caro all’artista. La pratica artistica di Kentridge si muove su più territori – dalle incisioni al teatro delle ombre, dai disegni ai film animati, dalle sculture agli arazzi fino alle produzioni realizzate per i teatri d’opera e alle grandi installazioni. Le tematiche migratorie ed uno sguardo rivolto alle vicende del Sudafrica caratterizzano l’opera dell’artista originario di Johannesburg fin dagli esordi, come testimoniato dai lavori grafici e filmici realizzati fra gli anni Ottanta e Novanta, per poi consolidarsi nella produzione successiva.
William Kentridge
More Sweetly Play the Dance
03.09–02.12.2020
Antico Arsenale della Repubblica di Amalfi