La città di Wuhan ha scelto l’opera dello scultore italiano Alfio Mongelli per tornare a ”respirare”. Una scultura monumentale, intitolata 02 – Ossigeno campeggia davanti all’ingresso della WPDI – Wuhan Planning & Design Institute. Si tratta di un edificio simbolico, progettato nel 1979, che per la sua architettura e il suo progetto ha rappresentato un nuovo e imponente passo avanti della Cina nella sfida della sostenibilità. L’opera adesso è posizionata proprio lì, di fronte a un luogo evocativo in una città che per il mondo negli ultimi mesi è stata considerata l’epicentro della pandemia di coronavirus. E proprio da lì adesso si propaga un nuovo messaggio, quello di un ritorno al respiro libero e profondo, un ritorno alla vita, alla libertà. L’opera di Mongelli rispecchia la poetica che ha caratterizzato storicamente la dialettica di questo artista. Acciaio, proporzione, innesti, dinamicità, leggerezza, equilibrio, un concentrato di futurismo contemporaneo.
È una creazione che interagisce con lo spazio circostante, con l’assetto urbano e, soprattutto, con la natura. Il messaggio lanciato dalla Cina è teso a risvegliare le coscienze sulle tematiche ecologiche. Gli anelli che compongono la struttura simboleggiano le orbite che, come l’evoluzione dei fatti che coinvolge l’uomo, si ripropongono. Sono le orbite dello sviluppo.
La storia che lega Alfio Mongelli alla Cina ha origini lontane. Sono tante le manifestazioni artistiche che lo hanno visto protagonista del ponte culturale tra la Cina e l’Italia, ma due, su tutte, spiccano per prestigio: l’installazione della scultura H2O alle Olimpiadi di Pechino del 2008 e l’installazione della scultura 02 – Ossigeno nell’ambito dell’International Sculpture di Shanghai nel 2014. Oggi Alfio Mongelli vive e lavora a Roma, dove continua a presiedere l’Accademia di Belle Arti Rufa, da lui fondata.