Wopart, quarta edizione

Lugano

Nei giorni scorsi Lugano si è fatta palcoscenico per inaugurazioni, mostre, eventi e aperture speciali in spazi pubblici e privati, una vera e propria Art Week il cui epicentro è stata WopArt, Work on Paper Fair, giunta alla sua quarta edizione. La fiera internazionale dedicata alle opere d’arte su carta ha accolto 102 espositori provenienti da 16 Paesi del mondo, oltre a 7 mostre collaterali e un ricco programma di eventi e talk, confermando il proprio ruolo di riferimento culturale per la città e per il mondo dell’arte nazionale e internazionale. Nata a Lugano nel 2016, in tre anni di attività la fiera è cresciuta esponenzialmente, a confermare l’intuizione di Paolo Manazza, pittore e giornalista specializzato in economia dell’arte, che è andato a inserire il format fieristico in un segmento di mercato fino a quel momento rimasto inesplorato e dal potenziale evidentemente inespresso. Per la prima volta estesa sull’intera superficie espositiva dei padiglioni, tra le novità di questa edizione figura la partecipazione di Alberto Rusconi, collezionista di fama internazionale che ha voluto investire nel progetto di WopArt, Le gallerie sono state selezionate da un comitato scientifico presieduto dal fondatore della fiera e da Mimmo Di Marzio, giornalista, critico e curatore d’arte contemporanea.

Il format della fiera si è rinnovato e arricchito, attraverso una proposta artistica ripartita in quattro sezioni, che spaziano tra stili, linguaggi e periodi diversi, garanzia di una offerta variegata e diagonale. La sezione main course, a cura di Paolo Manazza e Mimmo di Marzio, ha presentato 43 gallerie a loro volta catalogate nei tradizionali filoni modern, contemporary e old masters.  Emergent ha portato in fiera gallerie giovanissime con progetti e artisti internazionali, mentre  Luca Zuccala ha curato dialogues, proponendo una lettura dell’eterogenea e dinamica natura del mezzo cartaceo attraverso i progetti selezionati dai curatori e dalle gallerie partecipanti.

Infine, la sezione project space è stata curata da Marco Roberto Marelli con il supporto di Chiara Spiaggiari presentando International Laser Print Show che ha visto la partecipazione di importanti project space provenienti da tutto il mondo, selezionati e coordinati da Dario Moalli in collaborazione con un team di curatori internazionali, tra cui, tra gli altri, Lorenzo Balbi. Le attualissime tematiche attivate dai project space sono state approfondite da un ricco public program, che ha messo il pubblico in dialogo con importanti operatori di settore legati a queste realtà. Una particolarità: le opere dell’ International Laser Print Show sono state cedute a una cifra simbolica e il ricavato è stato destinato in beneficenza all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per il progetto ”Istituto dei Tumori e dei Trapianti”. Inoltre, tutti gli espositori avevano la possibilità – e questa è stata un’ulteriore novità – di presentare nel proprio stand fino a tre opere su supporto non cartaceo, con l’invito a privilegiare dipinti, oggetti o sculture esposti insieme al bozzetto preparatorio su carta: un altro modo per valorizzare i work on paper, riconoscendone il ruolo di interpreti dello spirito poetico e germinale del linguaggio degli artisti. Numerose le mostre allestite all’interno del padiglione fieristico, un format sempre più diffuso all’interno di queste kermesse che offre spunti critici oltre che visivi al pubblico. Per esempio, l’interessante mostra All’origine della carta: cinque papiri dal museo egizio di Firenze, organizzata da Giorgio Piccaia e Maria Cristina Guidotti ha esposto per la prima volta a Lugano cinque papiri affidati in prestito dal Museo egizio di Firenze stesso. Inoltre, le mostre sono anche stata occasione per espandere gli argomenti affrontati al di fuori del campo strettamente artistico. In tal senso, l’area talk di WopArt ha ospitato una suggestiva esposizione di installazioni del fotografo di moda Bob Krieger, con una serie di opere selezionate dalla preziosa collezione privata dell’artista. Intitolata LOVE e curata da Mimmo di Marzio, rappresenta un excursus nel vasto immaginario di uno dei protagonisti della travolgente stagione di successi della moda italiana nel mondo.