Letizia Battaglia mostra l’Italia

Venezia

C’è tempo ancora fino al 18 agosto per visitare la mostra Fotografia come scelte di vita ai Tre Oci di Venezia. L’antologica in bianco e nero di Letizia Battaglia (Palermo, 1935) a tratti affascina e a tratti logora nel ripercorrere la storia politica e sociale dell’Italia degli ultimi quarant’anni.

Nonostante sia conosciuta principalmente per le fotografie che ritraggono le stragi di mafia degli anni di piombo, Letizia Battaglia si è largamente dedicata anche alla ritrattistica, costruendo un patrimonio che la rendono oggi una delle protagoniste più significative della fotografia italiana. Il fotoreportage di cronaca nera va quindi di pari passo a ritratti di nudo e fotografia naturalistica nella mostra curata da Francesca Alfano Miglietti.

Si tratta di 300 fotografie, scelte e selezionate da Marta Solima e Maria Chiara Di Trapani, che esprimono quelle tematiche che di fatto rappresentano la cifra espressiva più peculiare di Letizia Battaglia, con la quale ha sempre accuratamente interrogato le premesse visive della cultura contemporanea ed evitato i luoghi comuni.

Le foto di Letizia Battaglia sono state esposte in tutto il mondo, ottenendo anche numerosi riconoscimenti internazionali come il premio Eugene Smith nel 1985. Fotografa a tempo pieno, con un intervallo durato dieci anni di carriera politica, è riduttivo chiamarla “fotografa di mafia”, come invece è stato fatto in passato. E’ riuscita a catturare la storia e i sentimenti di una città, Palermo, all’interno di un preciso contesto, ma non per questo il suo obbiettivo si è concentrato solo sui fatti mafiosi. Da un punto di vista certamente privilegiato perché interno, ha potuto costruire un racconto del capoluogo siciliano, ma anche saputo contribuire al teatro, all’editoria e alla promozione della fotografia. La sua capacità e visione d’altronde hanno d’altronde attirato anche gli sguardi d’oltreoceano, tant’è che nel 2017 è stata inclusa tra le undici donne straordinarie dell’anno dal New York Times.

Gli scatti esposti a Venezia, per lo più inediti, attraversano anche altre città, insieme a soggetti come la politica, la morte, la vita, l’amore, e si mescolano assieme a ritratti di donne, uomini, animali, bambini, in maniera da formare un grande quadro pixelato e sfaccettato della vicenda umana e artistica tanto dell’autrice quanto degli anni che l’hanno vista protagonista. Non solo un intellettuale controcorrente e una fotografa, ma prima di tutto una donna che interessandosi a ciò che la circondava, ha voluto incidere su tale realtà, lasciando un segno che oggi è possibile ammirare.