Si è da poco conclusa la mostra Dal Design al Pincbau di Andrea Pinchi al Museo Bailo di Treviso, curata da Gianluca Marziani. La mostra è rientrata nel ciclo espositivo dell’ Oltre Design Festival ed è nata da un’idea di Paola Bellin e del Direttore Artistico di OltreDesign Luciano Setten. L’idea era di portare a Treviso, nell’ambito dell’OltreDesign Festival, un artista legato al mondo del design ma in un modo che definisse le ragioni dell’arte, la mimesi installativa tra l’opera e il canone del luogo. Il risultato si colloca nel punto di fusione tra arte e design, come ha spiegato Marziani. Pinchi, non a caso, è un artista visivo legato a doppio filo al mondo del design, per la famiglia di noti costruttori e restauratori di organi musicali.
La mostra ha raccolto una serie di opere inedite realizzate appositamente per il Museo Bailo (La grande installazione Unconventional hearts ed il ciclo Le città invisibili), affiancate da un’antologia di lavori realizzati dal 2011 da oggi.
Grandi cuori stilizzati, come frecce penetranti sono rimasti sospesi lungo il corridoio principale del museo, designando l’organo pulsante come l’archetipo perfetto che regola la vita. Le stesse forme stilizzate hanno idealmente abitato Le Città Invisibili, opere di chiara matrice calviniana, vestite coi toni della terra: città invisibili, appunto, perché immaginarie e mai esistite, con la funzione di archetipi primordiali di aggregazione umana. Nell’antologia di opere datate tra il 2011 ed il 2019 presenti materiali di scarto provenienti dagli antichi organi musicali, come sigillo dell’artista con le sue origini: come sosteneva Jung infatti, gli archetipi si manifestano in ogni nostra esperienza, nei simboli che ci circondano, al di là di ogni dimensione spazio-tempo.