Credevo fosse amore, e invece. A volte le relazioni portano con sé delusioni e repentini cambi di prospettiva tanto eccessivi da sopportare. A volte mancano del tutto. E se la controparte non fosse un essere umano ma un oggetto? In un mondo in cui l’interazione con il mondo inanimato è parte integrante della vita quotidiana delle persone, dal computer allo smartphone, dall’automobile alla stampante, nel quale l’intelligenza artificiale è un dato di fatto e non più fantascienza, la definizione di cosa è un oggetto e di cosa non lo è entrata in crisi. Tutto questo si sa. Surrogati. Un amore ideale è la nuova mostra appena inaugurata alla Fondazione Prada Osservatorio, dove l’artista visiva Elena Dorfman (Boston,USA, 1965) e la fotografa Jamie Diamond (Brooklyn, USA, 1983) affrontano il soggetto con un totale di 42 fotografie. Entrambe le artiste prediligono un aspetto specifico e insolito di questo tema universale: il legame emozionale tra un uomo o una donna e una rappresentazione artificiale dell’essere umano. Fermi immagine di vite reali, e non costruzioni teatrali, di uomini e donne in piena armonia con oggetti altamente simili a neonati e donne adulte. La domanda qui va oltre la relazione con l’oggetto, perché mira ad esplorare l’amore umano erotico, familiare, affettivo e a ripensarlo alla luce di ciò che interviene nella nostra vita e che ha un suo ruolo, che sia vivo o no. Dorfman e Diamond hanno ritratto i surrogati come creature desiderate e idealizzate, oggetti-feticcio dotati di una propria esistenza condivisa con partner o madri in carne e ossa, o anche con i loro parenti più vicini. Come spiega la curatrice, Melissa Harris, «rappresentando scene convenzionali di vita domestica, amore e/o erotismo, le fotografie di Dorfman e Diamond trasmettono un pathos inatteso».
Nelle serie Forever Mothers (2012-2018) e Nine Months of Reborning (2014), Jamie Diamond documenta la vita di una comunità outsider di artiste autodidatte chiamate Reborners, che realizzano e collezionano bambole iperrealistiche con cui interagiscono per soddisfare il proprio desiderio di maternità. Per I Promise to be a Good Mother (2007-2012), Diamond si è ispirata a un diario che teneva da bambina ed ha condotto una complessa esplorazione degli stereotipi sociali e delle convenzioni culturali che riguardano la relazione tra madre e figlio: l’artista impersona la madre perfetta, indossando gli abiti di sua madre e interagendo con Annabelle, una bambola reborn.
Surrogati. Un amore ideale.
Fondazione Prada Osservatorio, Milano
Corso Vittorio Emanuele II
21 febbraio – 22 luglio 2019
Info: http://www.fondazioneprada.org