Ha inaugurato negli spazi di Fondamenta Format à l’italienne – Forma Urbis Romae. Giunta alla sua nona edizione, la mostra francese per il secondo anno consecutivo dopo l’esposizione a Lille viene riproposta negli spazi di Inside Art. Ogni anno tre artisti per tre mesi soggiornano nell’atelier Wicar, uno spazio che si trova vicino piazza del Popolo e che il cavaliere Jean-Baptiste Wicar ha donato a Lille nel 1837. Durante il periodo di ricerca gli artisti portano avanti un progetto su Roma che viene poi presentato nella mostra Format à l’italienne, ospitata a Lille nell’Espace Le Carré e successivamente a Fondamenta in una nuova proposta espositiva. Fino al 19 dicembre sono quindi in mostra le opere che i borsisti di quest’anno, Galerie Rezeda, Philippe Paoli e Sarah Feuillas, hanno realizzato durante i tre mesi di residenza nell’atelier Wicar, a cui si aggiunge Carta da Parati di Davide Monaldi, vincitore del Talent Prize 2017, che è stato ospitato per un breve periodo a Lille, in virtù della collaborazione tra Inside Art e la città francese.
Se ogni anno gli artisti conducono uno studio incentrato sull’esperienza della città, indagandone le trame, restituendone un’interpretazione personale, per questa edizione emerge un elemento che connette tra loro i lavori: il frammento. Affascinati dalla materia prima della città eterna, tra cui rovine, mattoni, colonne, ma anche la storia delle sue origini, racimolano frammenti riaggregandoli in maniera inedita, ricomponendo la realtà. Quella che affiora è una Roma prima decostruita e poi nuovamente edificata attraverso nuove forme e diversi linguaggi. La pratica artistica del collettivo Galerie Rezeda, formato da Adeline Duquennoy e Manuel Reynaud, mette in discussione i modi di rappresentare uno specifico paesaggio o area, sviluppando progetti organizzati in strati innestati e sovrapposti così da creare una sorta di mappa di elementi interagenti. GRoma è una verifica della città. Composta da sculture monumentali, create nel TechShop di Lille, con integrati video e disegni, è la rielaborazione di un resoconto sensibile, il prodotto di una raccolta di campioni dal territorio urbano, prelevati dal suolo dopo aver suddiviso l’area utilizzando la groma, uno strumento usato dai geometri romani per tracciare linee ortogonali e frazionare il territorio.
Nel lavoro di Paoli i frammenti diventano degli indizi da utilizzare per dare forma a una sorta di grande inchiesta, a una storia immaginata che l’artista disegna sulle mappe di una Roma antica, papale e contemporanea. LUPA è un’immersione nell’inconscio collettivo, un’indagine in cui la città emerge ricostruita in un universo inventato, quasi cospirativo, in cui storia, archeologia e storia dell’arte si incontrano attraverso un processo di accumulazione di informazioni e iconografie che riguardano il mito della fondazione di Roma.
Heterotopias di Feuillas sono installazioni composte da diversi moduli, in cui le fotografie di elementi architettonici diventano tridimensionali. Vagando dove languono le rovine della storia, esperendo le tracce teatrali della città, visitando siti archeologici, ha scattato fotografie collezionando immagini dei resti architettonici della città. In questi frammenti diversi periodi della storia si intrecciano in una dimensione drammatica, che l’artista interpreta creando un’altra storia, includendo ciò che è invisibile, le immagini fantasmatiche della mente.
Questa visione composta dai detriti e dalla storia di Roma si giustappone alla fragile bellezza delle ceramiche di Monaldi. In Carta da parati un elemento d’arredo si fa immagine di un ambiente domestico in cui risiedono i ricordi di infanzia. La dimensione della banalità del quotidiano diventa quindi spunto per un racconto autobiografico che prende corpo nella finzione di una carta da parati. In quest’opera, resa con la tecnica della ceramica e attraverso l’espediente del trompe l’oeil, l’artista crea un distaccamento dalla realtà, in dialogo aperto con il proprio inconscio e nel desiderio di disorientare lo sguardo dello spettatore.