Mimmo Rotella Manifesto

Roma

Dal 30 ottobre al 10 febbraio alla Galleria Nazionale d’arte di Roma Mimmo Rotella Manifesto. In collaborazione con la Fondazione Mimmo Rotella e il Mimmo Rotella Institute di Milano e in occasione del centesimo anniversario della nascita dell’artista, una mostra che raccoglie oltre 160 opere che vanno a comporre sei grandi insiemi manifesti, ognuno dedicato a una tecnica dal lui sperimentata. A partire dalla rielaborazione del poster pubblicitario, Rotella si avvale del recto dei manifesti nei décollages degli anni cinquanta e sessanta, ne sfrutta la componente astratta e materica nei retro d’affiches degli stessi anni, ricorre ai procedimenti fotomeccanici di produzione seriale nei riporti fotografici su tela emulsionata e negli artypos degli anni sessanta e settanta, ne cela il messaggio con una velina monocroma nei blanks dei primi anni ottanta, per poi tornare al manifesto strappato con le sovrapitture dove interviene apponendo segni pittorici e con i décollages di dimensioni monumentali negli anni novanta e duemila. L’esposizione, a cura di Germano Celant con Antonella Soldaini, si articola nel salone centrale interpretando lo spazio espositivo come una ”piazza” interna circondata da pareti o facciate di edifici e all’esterno in due ”piazzette” in posizione simmetrica che integrano gli aspetti performativi e scultorei di Rotella. Inoltre sono presentati documenti, testimonianze, disegni, piccole opere pittoriche su tela e su carta, effaçages e frottages in bacheche organizzate in ordine cronologico, fotografie, cataloghi e lettere selezionate. Ricreando un contesto cittadino la mostra trae spunto dal linguaggio dell’artista focalizzato sul manifesto. ”Tale interpretazione urbana– scrive Celant – ha sollecitato un display che non fosse composto da frammenti, i quadri, con strutture espositive centrali, tipiche delle mostre tradizionali, in cui le opere sono presentate per temi e per momenti, in singoli territori parietali, stanze e sale, ma si integrasse con la piazza, entrandone a far parte”.