È stato sicuramente uno degli autori più eclettici del Novecento italiano, Mario Sironi, protagonista di una studiata rassegna ospitata dal 16 settembre al 9 dicembre nella Galleria Harry Bertoia di Pordenone. A curare il percorso, intitolato giustamente Sironi, dal Futurismo al Classicismo, è uno dei più grandi esperti del pittore, Fabio Benzi. Eclettico non solo perché nel giro di un ventennio è riuscito a passare dall’avanguardia di Marinetti fino al Ritorno all’ordine toccando anche il Surrealismo e la Metafisica ma poliedrico anche nelle attività, da pittore fino a grafico senza contare le sue scenografie e le sue sculture. Sono duecento le opere in mostra, attaccate alle pareti in un rigoroso ordine cronologico che ha il pregio di mostrare allo spettatore tutta la parabola artistica dell’autore. Fra i lavori proposti anche i suoi originalissimi studi sul paesaggio urbano, un verro inno alla modernità ma riletta attraverso una chiave quasi Trecentesca.
Ai dipinti sono affiancate numerose tra le più significative opere grafiche, a illustrare il complesso laboratorio creativo di Sironi, e un centinaio di illustrazioni relative alla fervida attività che in quegli anni dedicò a diverse riviste (anch’esse esposte: Noi e il Mondo a Gli Avvenimenti, alle Industrie Italiane Illustrate, alle varie pubblicazioni collegate al Popolo d’Italia, fino alle copertine di libri), che costituiscono la sua maggiore attività di quel periodo, che si rivela ben superiore quantitativamente a quella pittorica, molto più rara e rarefatta.