John Armleder al Madre

Il Madre ospita dal 23 giugno al 10 settembre la prima mostra retrospettiva dedicata all’artista svizzero John Armleder (Ginevra, 1948). La ricerca di Armleder è continuamente orientata a superare il confine disciplinare e intellettuale che separa l’arte dalla vita. La sua pratica si articola, a partire dalla metà degli anni Sessanta, fra disegno, pittura, scultura, installazione ambientale, performance, video, opere sonore e musicali, testi critici, progetti editoriali e curatoriali. Nelle sue opere Armleder unisce elementi differenti quali caso e progetto (grafico e di design), cultura alta e entertainment, ironia straniante e analisi concettuale, oggetti funzionali di uso comune e ricerca estetica. Autore di numerosi progetti collettivi fra gli anni Sessanta e Settanta, nell’ambito delle ricerche Fluxus, Armleder fonda nel 1969 a Ginevra, con Patrick Lucchini e Claude Rychner, il Groupe Ecart, che avrebbe introdotto in Svizzera e in Europa numerosi artisti, in particolare tedeschi e nordamericani, della scena underground e sperimentale internazionale. Associato dall’inizio degli anni Ottanta alle ricerche Neo-Geo (Neo-Geometric Conceptualism), Armleder adotta spesso la pratica della collaborazione, per esempio con l’artista e musicista Steven Parrino, o Christian Marclay, Simultaneous Duo Versions o Sylvie Fleury e Mai-Thu Perret. 

Ripercorrendo l’intera ricerca dell’artista, la mostra napoletana approfondisce per la prima volta tutte le articolazioni della pratica artistica di Armleder, comprendendo più di novanta opere. Nelle prime sale è riunita una selezione di disegni degli anni Sessanta, a cui segue una selezione delle Furniture Sculptures prodotte a partire dagli anni Ottanta e consistenti in sculture composte da elementi di arredo riassemblati, fino a divenire in alcuni casi veri e propri ambienti. La presentazione della produzione pittorica di Armleder, invece, include le serie dei Dot Paintings (dipinti formati da pattern di vario tipo ma il cui soggetto è sempre il punto, elemento base di ogni produzione grafica), dei Pour Paintings (dipinti formati da colature di materia pittorica pura) e dei Puddle Paintings (dipinti in cui la materia pittorica è distribuita sulla tela posta in orizzontale sul pavimento, incorporando anche oggetti tridimensionali). La mostra riunisce per la prima volta anche tutte le principali opere realizzate dall’artista in Italia e comprende anche una nuova serie di omaggi alla città di Napoli, quasi un’ipotetica versione contemporanea del Grand Tour. Ad incipit e a conclusione della mostra sono infatti presentati un cervello in vetro e un teschio-specchio, che ricostruiscono quella dinamica fra vita e morte che permea la cultura partenopea. Armleder ripresenta al Madre anche l’opera SPLIT!, presentata per la prima volta nel 1986 al Padiglione Svizzero alla Biennale di Venezia oltre a una versione successiva, che un vero e proprio loop fra Madre e Capodimonte e fra versioni diverse delle stesse opere-matrici, delineando una storia dell’arte che non si pone né confini metodologici né cronologici. E anche in questo senso andrebbe letto il titolo che Armleder ha individuato per questa sua retrospettiva al Madre: 360°. Info: www.madrenapoli.it/john-armleder