Bodys Isek Kingelez: City Dreams

New York

Dal 26 maggio al 1 gennaio 2019, il Museum of Modern Art di New York propone la mostra: Bodys Isek Kingelez: City Dreams, dell’artista congolese Bodys Isek Kingelez (1948-2015). Negli ultimi anni si è sviluppato un interesse crescente per l’arte contemporanea africana, non solo sono nati nuovi musei a Marrakech e Città del Capo, anche la fiera africana 1-54 è in continua espansione e le grandi case d’asta internazionali hanno rivolto la loro attenzione al continente. A dare il via a questa tendenza è stata l’attenzione dedicata dal MoMa a Kingelez, che ha realizzato modelli urbani visionari utilizzando riviste e materiali di recupero. La mostra raccoglie opere che vanno dai primi anni ’80 fino alla fine della vita dell’artista e racconta come queste città immaginarie affrontassero le preoccupazioni economiche, sociali e urbane di un paese in via di sviluppo. «L’artista era conscio che i modelli non sarebbero stati realizzati nel corso della sua vita – spiega la curatrice della mostra Sarah Suzuki – ma questa era la sua proposta, una proposta concreta e tangibile su come potremmo vivere in futuro».

I lavori si avvalgono di una componente di realtà virtuale che consente ai visitatori di ”abitare” le strutture. Prima di diventare un artista esposto a livello internazionale, Kingelez ha lavorato come insegnante di scuola secondaria a Kinshasa in quello che allora era lo Zaire, ora Repubblica Democratica del Congo. L’artista ha iniziato la sua ricerca lavorando con carta forbici, colla e rasoi Gillette, tutti materiali di recupero. Visto il livello di abilità e lo studio del dettaglio che Kingelez dimostrò di avere in questi primi lavori, il Museo Nazionale dello Zaire, ora Museo Nazionale di Kinshasa, reclutò l’artista come conservatore di maschere tribali. Le esperienze di Kingelez a Kinshasa hanno influenzato il suo lavoro: visse all’ombra dell’architettura coloniale belga e delle strutture ambiziose erette da Mobutu Sese Seko dopo essere salito al potere nel 1965. In quel periodo la popolazione di Kinshasa crebbe così rapidamente da superare le capacità infrastrutturali dell’area. L’artista ha immaginato e proposto uno scenario in cui la società funzioni perfettamente, in cui le risorse siano disponibili per tutti.