Se dovessi inquadrare in una determinata fase l’attuale mercato dei giovani artisti, in particolare italiani, direi che si tratta di una fase di ricostruzione. Sicuramente sono vari i fattori che hanno fatto sì che ad oggi si registri una mancanza di supporto continuativo alle realtà promotrici di ricerca e creazione artistica. Ad esempio, la speculazione legata in anni recenti a giovani artisti ”super star” che, parallelamente ad uno scarso controllo del mercato, ha avuto come conseguenza la messa all’asta e la successiva svalutazione di questi artisti, generando sfiducia in coloro che li avevano supportati con passione.
In secondo luogo, potrei citare lo squilibrio dei prezzi: a un certo punto si è verificato un forte squilibrio di valori, che ha fatto sì che un giovane arrivasse a costare in proporzione quanto un artista consolidato. Considerando che quella del prezzo dell’arte è una politica molto delicata e che il valore sul mercato di un giovane artista dovrebbe gradualmente crescere e mai diminuire, si può dire che questo squilibrio abbia fatto propendere la bilancia dell’acquisto verso l’investimento più sicuro e che il mercato degli ”established” abbia automaticamente rafforzato la propria posizione.
Infine, parlando in particolare di giovani italiani e restringendo ulteriormente il campo ad una città come Roma, forse quello che manca è il fermento artistico, non solo connesso a piattaforme o opportunità istituzionali ma anche a collettivi indipendenti che generino nuova linfa.
Probabilmente alcune delle ragioni di questa apparente immobilità (oltre ovviamente alla mancanza di agevolazioni concrete sui canoni di locazione per spazi e laboratori) sono da individuare nella formazione e nella carenza, fatta eccezione per poche eccellenze, di insegnamenti accademici strettamente dedicati al sistema e al mercato dell’arte, così come di figure carismatiche che diano vita ad un’identità di gruppo, ad una ”scuola”. A mio avviso, infatti, ogni Master di arti visive dovrebbe prevedere all’interno della propria offerta formativa almeno un corso di questo tipo, così come degli approfondimenti legati all’analisi del collezionismo nella storia e nella contemporaneità.
Quando si parla di artisti giovani, uno dei compiti del gallerista è quello di farsi garante della loro crescita e credibilità ma tale crescita necessita di essere alimentata e sostenuta dal mercato.
Guardando alla nostra storia, il mercato dell’arte non ha mai conosciuto sosta e certamente un mercato per i giovani artisti esiste ancora. Bisogna però ricostruirlo e nutrirlo in maniera sistematica, rinsaldando la fiducia di coloro che da sempre hanno supportato questo mercato e coinvolgendo i nuovi collezionisti in un percorso di crescita condiviso con gli artisti e la galleria.