Per Felix Schramm la scultura autonoma non esiste. Dipende sempre dallo spazio circostante. A interessarlo è quel campo costituto dall’interazione tra l’oggetto, l’ambiente e lo sguardo degli spettatori. L’ambiente si fa scultura ed esplode in un insieme di carton gesso, legno e colori, interrompendo la sua tipica continuità e riempiendo l’orizzonte dello spettatore e rendendo il confine tra costruzione e distruzione impercettibile. The Verge of evolution, invade un’intera sala della Kienzle Art Foundation, la trapassa e spunta dal muro della sala adiacente, abbattendo il limite del muro.
L’artista cerca un contatto diretto con lo spazio che lo circonda, cerca un modo per bloccarne la continuità, per renderlo dinamico, attraverso un sistema ordinato e pensato nel dettaglio. La sua scultura non è statica. Propone continuamente nuovi punti di vista, nuove prospettive. Sfondando una parete crea nuovi spazi per la scultura e nuove possibilità per lo sguardo. La realizzazione di muri e strutture per le sue opere, gli permette di mantenere salva la statica dei lavori, di scongiurare imprevisti. A questo proposito la fase progettuale assume, nel lavoro di Schramm, un ruolo importante. L’artista lavora principalmente attraverso la realizzazione di modellini, schizzi tridimensionali, realizzati da resti dei lavori smantellati e fondamentali per la precisa progettazione dell’opera finita.
Inaugurata il 16 Febbraio, la personale di Felix Schramm, Changes, è visitabile fino al 16 maggio nelle sale espositive della Kienzle Art Foundation di Berlino. Insieme alla grande installazione sono presenti anche pezzi dalla serie Accumulated-two of one, forced form, crossings, revelation; sculture composte da pezzi recuperati da vecchie installazioni, ormai smontate e demolite, collage e calchi. Il calco segna spesso l’input iniziale del processo creativo, nel corso del quale l’artista interviene con scalpello e altri materiali. A interessarlo è infatti l’idea che le parti di un’opera, raggruppate in un altro contesto, possano dare vita a nuove relazioni artistiche. In sala è presente anche un collage della serie Multilayer, Multilayer 172, realizzato attraverso la sovrapposizione di frammenti di fotografie scattate alle sue opere tridimensionali, che creano l’immagine di una superficie sfaccettata, accumulo di punti di vista.
Fondata nel 2010 da Jochen Kienzle, collezionista ed ex gallerista, la Kienzle Art Foundation si propone come obiettivo la mediazione dell’arte contemporanea, in modo particolare di quegli artisti che per i motivi più disparati non erano o non sono al centro della scena artistica. Cuore del programma espositivo della fondazione è la collezione privata di Jochen Kienzle che raggruppa lavori a partire dagli anni Sessanta fino alle ultime tendenze dell’arte contemporanea, arricchito dalla collaborazione costante con altri collezionisti e diversi curatori.
Dal 16 febbraio al 16 maggio 2018; Info: www.kienzleartfoundation.de/show-22-felix-schramm-changes