Materiali riciclati, pittura e ricostruzione sono gli elementi principali dei lavori in mostra per la mostra di Gianni Politi inaugurata alla Lorcan O’Neill. Le opere, suddivise in tre serie, presentano il linguaggio del giovane artista romano in tutte le sue forme: la ben nota predilezione per l’astratto, il ritratto e la più recente esplorazione della scultura. Con il ritratto, continua il percorso d’indagine sulla figura paterna, obiettivo che da tempo guida le molteplici interpretazioni dell’artista e per sua stessa dichiarazione, unica rappresentazione figurativa capace di suscitare in lui interesse. Ispirato dalla visione di un quadro del 1770 realizzato da Gaetano Gandolfi, la raffigurazione passa attraverso diverse tecniche e variazioni di forme e colori, la figura del padre è qui presentata in un climax di cinque tele, dalla maschera tragica all’astrazione.
Politi, oltre ai dipinti astratti sulle grandi tele, per l’occasione porta in mostra una nuova produzione. I suoi bronzi sono sculture a parete realizzate con calchi in bronzo di telai in legno e inserti di altri materiali, come porte aperte sul possibile o sul vuoto sono nuovi modi di materializzare il sentire dell’artista nei confronti dell’assenza e della perdita, ma anche una tappa per appropriarsi della pittura. La mostra alla galleria Lorcan O’Neill svela il processo creativo di Politi, la sua componente autobiografica e la centralità del fare, nonché le modalità operative del suo lavoro artistico, come la predilezione per il colore e l’utilizzo degli scarti come punto di partenza per nuovi assemblaggi. La sua opera, creata alternando fasi di riflessione, collage di materiali di recupero spesso reperiti nel proprio studio e frammenti, ma anche trasfigurazioni della tela stessa, si dispiega in un racconto che apre le porte del mondo interiore dell’artista e della sua ricerca continua dell’opera compiuta. Fino al 17 febbraio, info: www.lorcanoneill.com/site/index.php